Cosa si nasconde dietro il sorriso di quel ragazzo che abbiamo visto e ascoltato in qualità di opinionista, su Rai 1 a Italia sì, stupendoci con la sua maturità e il suo ritrovato equilibrio?
“Si nasconde la paura, tanta; l’angoscia, da togliere il respiro; la rabbia, e spesse volte la disperazione”, come scrive lui stesso, Manuel Bortuzzo, giovanissimo campione di nuoto, nel libro Rinascere (Rizzoli), spiegando come in un attimo un giovane sportivo amante della vita può piombare in un incubo.
Succede tutto il 2 febbraio 2019, verso le 2 di notte, quando il destino, giocandogli un brutto scherzo, segna al tempo stesso una fine e un nuovo inizio: alla periferia di Roma, vittima di uno scambio di persona, Bortuzzo, alla vigilia di un probabile posto alle Olimpiadi, è colpito alla schiena da un proiettile.
Scongiurato il pericolo di vita, una diagnosi pesante per chiunque, ancora di più per un campione: lesione midollare completa. La sedia a rotelle, la riabilitazione, un’unica domanda: «Perché?».
Poi la lotta per reagire.
«Ero vivo, avevo la mia famiglia, gli amici, l’amore di una ragazza, non potevo arrendermi. Dovevo vivere al meglio la nuova condizione, lottando con tutte le energie fisiche e mentali per riprendermi ciò che mi era stato tolto. E per far questo non bisognava piangere, ma affrontare il destino con grinta».
Cosa significa “rinascere” per un ragazzo come te, che il destino ha preso ingiustamente di mira?
«Imparare di nuovo, come un bambino, a camminare, ma soprattutto a nuotare. Avrei potuto vivere senza gambe ma non senza l’acqua. E adesso il mio sogno, grazie anche all’acqua, è quello di tornare a camminare».
Una vita che ora ti sta regalando soddisfazioni. Opinionista in Tv, scrittore, con in programma due film: Rinascere, realizzato da Movieheart, e l’altro girato da Raoul Bova che vuole raccontare il nuoto attraverso le vite di quattro grandi campioni. Cosa ne pensi?
«Sono entusiasta e non l’avrei mai immaginato. Le cose cambiano. Una volta il mio obiettivo erano le Olimpiadi, adesso devo concentrarmi per rialzarmi e mettere un piede dietro l’altro».
Che cosa ti aspetti dal libro e dai film?
«Che possano servire a far crescere la sensibilità sul tema dei disabili, troppo spesso trascurato. Faccio quello che posso, cercando di dare un esempio positivo a chi, trovandosi in una situazione simile alla mia, deve combattere ma anche sorridere e reagire».