Ridurre e, dove possibile, eliminare i pesticidi, limitare i concimi e contenere l’utilizzo delle risorse idriche per conservare acque e terreni più puliti e rendere le filiere dell’ortofrutta a marchio ancora più rispettose della natura. Questi gli obiettivi della nuova campagna, Agricoltura a alta sostenibilità, sui prodotti dell’ortofrutta Coop, lanciata a maggio, per promuovere i metodi dell’agricoltura di precisione. Una scelta dettata dal principio di precauzione sulle filiere produttive che tocca il piatto dei consumatori, passando per la salvaguardia dell’ambiente e il coinvolgimento di tutti i fornitori del settore, riuniti nell’occasione a Rimini per fare il punto sulla svolta da compiere.
Per la precisione
La nuova campagna sviluppa ulteriormente i temi che Coop porta avanti da anni sui prodotti a marchio, con politiche di riduzione dei pesticidi e investimenti sulla produzione integrata (1988) e sul biologico (1999).
Se già oggi l’ortofrutta Coop vanta un contenuto di residui di pesticidi inferiore del 70% rispetto al massimo ammesso per legge, questo nuovo capitolo segna un cambio di paradigma grazie all’agricoltura di precisione: tecnologie innovative, droni, smartphone e app che raccolgono informazioni sull’ambiente agricolo per mettere a punto piani mirati di coltivazione, dosando acqua, fertilizzanti e fitosanitari in base al reale fabbisogno delle colture. Questa la metodologia del futuro da diffondere come standard fra le aziende agricole che producono a marchio, a cui Coop garantisce supporto costante, mettendo a disposizione i migliori esperti di agricoltura di precisione sia del mondo universitario che di quello tecnologico.
Tappa dopo tappa, dalla riduzione con approccio razionale, Coop punta all’eliminazione anche di alcune molecole più critiche per l’ambiente (terbutilazina, S-metolaclor, bentazone, glifosato), lanciando una nuova sfida che fa della tecnologia applicata alla sostenibilità la direzione futura di marcia.
In aperta campagna
E, infatti, «quando avviamo una nuova campagna, che per noi significa un impegno nel tempo, ci consideriamo un po’ dei pionieri – ha spiegato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, di fronte a 116 fornitori di ortofrutta a marchio Coop, in occasione di MacFrut, la fiera più importante nel settore, il 10 maggio, a Rimini –. Lo siamo stati nel ’93 (con la raccolta di firme Disarmiamo i pesticidi, ndr) quando l’Italia aveva una legge sui pesticidi vecchia di 30 anni e se ne spargeva nei nostri terreni una media di 3,4 chilogrammi a persona. Oggi, grazie all’attenzione di tutti, delle istituzioni, dei cittadini, delle imprese, non siamo più quel paese; a fine febbraio i parlamentari di tutte le forze politiche hanno firmato una mozione approvata alla Camera che chiede un deciso freno all’uso di pesticidi. Ma rimane ancora molto da fare – ha sottolineato Pedroni –. Ridurre l’uso di altre molecole controverse, dopo quelle che abbiamo già eliminato, significa alzare l’asticella, fare un salto di qualità. E chiediamo anche agli altri di farlo. Sebbene i residui di pesticidi nell’ acqua e nel suolo ad oggi non siano considerati direttamente rischiosi per l’uomo se impiegati in modo corretto, lo sono per la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Alcune di queste molecole sono ancora oggetto di discussione, con opinioni diverse nel mondo scientifico».
Frutti del lavoro
Tanto basta perché, come sempre nella sua storia, Coop scelga il principio di precauzione. «Abbiamo optato per quel principio di precauzione che ci ha fatto dire di no in altri casi controversi: agli ogm, all’olio di palma, all’uso diffuso o sistematico di antibiotici negli allevamenti. In questo modo pensiamo di fare gli interessi sia dei consumatori che dell’ambiente, ovvero proprio ciò che una Cooperativa di consumatori deve fare», afferma Maura Latini, direttore generale di Coop Italia. Intanto ben arrivate nei 1.100 punti vendita di Coop alle ciliegie completamente libere, dal campo alla tavola, dai 4 pesticidi tra cui il glifosato. Si tratta solo della prima delle 35 filiere di ortofrutta a marchio che saranno progressivamente coinvolte nell’ulteriore riduzione dei pesticidi, fino all’eliminazione, per un totale di 116 fornitori e di oltre 7mila aziende agricole coinvolte. Nel corso di quest’anno 15 le colture interessate: dopo le ciliegie, “liberi” i meloni, l’uva, le clementine, ma entro 3 anni lo saranno tutte le famiglie dei prodotti ortofrutticoli a marchio per un volume complessivo di oltre 100mila tonnellate di prodotti coinvolti (per un valore di circa 325 milioni di euro). Il merito va a quelle pratiche agricole che sono parte integrante dell’impegno di Coop per l’ambiente. E a beneficiarne anche la qualità e la sicurezza dei frutti che mangiamo.
«Un progetto ambizioso, quello di Coop, che punta sull’innovazione tecnologica per un cambio di paradigma delle tecniche colturali in favore di una produzione di qualità. Ridurre l’uso di sostanze chimiche, che possono produrre effetti negativi sull’ambiente e sulla salute, va di pari passo con una migliore e più scientifica gestione delle attività agricole. Grazie alle metodologie e alle tecniche dell’agricoltura di precisione si coltiva, infatti, risparmiando acqua, energia e tempo: ad esempio, una app può mappare dove viene messo il seme così che le successive fasi di concimazione, irrigazione e trattamenti vengano fatte proprio dove serve. Risultato: meno materiali impiegati, minore uso d’acqua, aumento della resa».
Renata Pascarelli, direttore qualità di Coop Italia.