Guida all’uso

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9 Maggio 2018
Il bello dell’auto elettrica alimentata con energia pulita. Da guidare con la testa
di Luca Mercalli

L’idea di una mobilità sostenibile e indipendente dai combustibili fossili mi è sempre frullata in testa e da quando ho ricoperto il mio tetto di pannelli fotovoltaici la possibilità di alimentare un’auto elettrica con energia pulita è diventata realtà. Così a fine 2011 ho acquistato una Peugeot iOn. Piccola utilitaria tutta elettrica, perfetta per i tragitti casa-stazione o casa-ufficio. Oggi a quasi 7 anni di utilizzo e 70mila km percorsi posso dire di essere soddisfatto di questa scelta, con più vantaggi che svantaggi. Cominciamo da questi: percorrenza media per carica di 1 centinaio di km, ancora pochini su percorsi extraurbani, poche colonnine di ricarica sul territorio, prezzo d’acquisto ancora troppo elevato, limitazioni d’uso nel periodo invernale. Se vuoi arrivare a destinazione devi adattarti a mettere guanti e berretto, oppure se vuoi il comfort devi accettare una riduzione di percorrenza. Tutti problemi di gioventù che saranno risolti con una produzione di massa. Ma con un po’ d’attenzione e qualche calcolo preliminare a piedi non ci sono mai rimasto. Ecco la novità dell’auto elettrica: avendo poca autonomia, si guida con la testa e non con i piedi. Pur avendo eccezionali doti di ripresa e di velocità, si impara subito che ogni azione impulsiva ha un prezzo termodinamico che dissipa energia preziosa; mentre dosare le accelerazioni, rallentare gradualmente sfruttando fino all’ultimo la ricarica in decelerazione senza quasi mai azionare i freni e prevedere con largo anticipo le manovre ottimizzano la durata della carica e rendono la guida molto più attenta e sicura. Non è vero che la silenziosità del motore è un pericolo per pedoni e ciclisti: la responsabilità è sempre di chi guida e si diventa molto più prudenti e reattivi senza delegare ad altri il compito di accorgersi del nostro arrivo.

L’auto elettrica è rilassante per l’assenza di vibrazioni e rumori e perché in grado di procedere in salita a passo d’uomo o di scattare guizzante in un sorpasso. Molto si è detto sulla sostenibilità ambientale del propulsore elettrico, secondo alcuni studi non così differente da quello termico: se per caricare le batterie si usa la corrente prodotta da una vecchia centrale a carbone, non cambia granché, si sposta solo l’inquinamento altrove. Ma se si utilizza corrente prodotta da fonti rinnovabili – idroelettrico, eolico o solare – allora il bilancio ambientale diventa favorevole. È vero che le batterie sono costruite con elementi pregiati come litio e cobalto, ma a fine vita sono riciclabili. Invece non ha bisogno di olio lubrificante e usura meno freni e pneumatici.
Carico l’auto quasi sempre con l’energia dei miei pannelli fotovoltaici e la sensazione più bella che mi ha regalato in questi anni è stata quella di muoversi gratis e senza fumo.
Grazie al sole!

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