In tutte le salse

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4 Ottobre 2022
Dalla maionese al ketchup, dalla barbecue alla pasta d’acciughe, dai pâtés alla gamma per intenditori, alle più naturali: le salse da condimento a marchio Coop, appetitose fin dall’etichetta. Basta non farci l’abitudine.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di ottobre 2022

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di Rita Nannelli

Foglie d’insalata con un velo di maionese, patatine fritte tuffate nel ketchup, carne alla griglia insieme a un cucchiaio di senape. Come la musica nei film e le figure retoriche nelle poesie, le salse aggiungono una dimensione gustativa in più ai cibi più semplici e aprono scenari inconsueti a chi ha un’indole curiosa in cucina. Ornamenti cremosi e colorati con cui l’immaginazione abbellisce antipasti, piatti di pesce, panini. E così il godimento comincia dagli occhi.

 

Il tocco in più

Quello delle salse da condimento è anche in Italia un mercato in crescita che, secondo i dati Nielsen, crescerà ancora dal 2022 al 2028 di quasi il 7% e negli ultimi anni con i consumi sono cresciute anche qualità e varietà. Di certo di quelle Coop, risultato di un’accurata selezione dei fornitori e di un rigoroso sistema di controlli: sicure e convenienti, come tutti i prodotti a marchio, ma anche attraenti e appetitose fin dall’etichetta. Condire in tutte le salse... molto più che un modo di dire. Sono 38: 20 classiche, cioè maionese e dintorni, e 18 nuove proposte, etniche e dressing, buone per tutte le occasioni, dall’aperitivo alla cena.

Cominciamo con la più comune e versatile: la maionese, con uova da galline allevate a terra senza uso di antibiotici nella versione classica; con yogurt magro e il 55% in meno di grassi saturi nella nuova versione light. Il panino non aspetta altro che una delle salse da usare a testa in giù in 6 gusti diversi: oltre a maionese, ketchup, senape e barbecue, i nuovi ketchup light (il 55% di zuccheri in meno) e la salsa burger, fatti con pomodoro italiano, per alleggerire almeno la coscienza. Con le pratiche bustine monoporzione a patatine fritte e hot dog è assicurata la giusta dose di salsa per esaltarne il sapore senza coprirlo, anche fuori casa o in ufficio; boscaiola, tartara, tonnata, cocktail, cioè le eclettiche gastronomiche, sono perfette per i vostri “piatti forti”, dal vitello tonnato al cocktail di gamberetti in salsa rosa.

La pasta di acciughe esce dal tubetto e va dritta sul pane e sui crostini, sui pomodori o sulle verdure che acquistano così nuove sfumature di sapore. Più saporiti, e gradevoli a vedersi, anche crostini, tramezzini e piadine grazie ai pâtés al gusto di pomodori secchi, carciofi e olive nere.

Ben accompagnati

Tra le ultime novità per rivestire al meglio l’insalata, le due salse dressing allo yogurt o alle erbette, che avranno dato a insalatone, carpacci o mix di cereali un tocco di freschezza nei mesi estivi. Nuova anche la linea di salse dal mondo per un viaggio alla scoperta di piatti etnici accompagnati dalla salsa Mexico, curry e di soia (a fermentazione naturale, prodotta in Giappone).

BBQ&Burger è, invece, la gamma dedicata ai professionisti della griglia: non c’è carne alla brace che si rispetti senza il ketchup piccante e la salsa barbecue. Ma c’è un ketchup che solo Coop poteva preparare: quello con 100% da pomodori datterini italiani freschi, raccolti e lavorati al giusto punto di maturazione, per una salsa naturalmente dolce e dal profumo intenso.

Ma Coop propone anche l’interpretazione vegana della maionese senza uova o semplicemente la sua versione bio, con uova biologiche italiane, da galline allevate all’aperto, naturali che più naturali non si può come il marchio ViviVerde dimostra.

Se le ricette sono gourmet gli ingredienti non possono che essere Fior fiore: la cipolla rossa di Tropea Igp per la composta, il tartufo Bianchetto per la salsa tartufata, il peperoncino di Calabria per la ’nduja, e poi la senape di Digione, la moutarde per eccellenza dalla tempra forte, e quella in grani, tutte nuove arrivate sugli scaffali; infine il pâté di olive Taggiasca, un classico modernissimo.

E ora qualche consiglio su come abbinarle. «Con la composta vanno bene formaggi stagionati (pecorino o parmigiano), affumicati, ma anche freschi come il caprino o la ricotta, la cui delicatezza viene esaltata dal gusto agrodolce della cipolla – suggerisce Ersilia Troiano, dietista e presidente dell’ASAND-Associazione scientifica alimentazione, nutrizione e dietetica –.

La salsa tartufata va a nozze con pasta, carpacci di carne e pesce, uova; la ’nduja con formaggi dal carattere molto deciso, come gorgonzola, caciocavallo, scamorza affumicata, ma da provare anche con le uova; la senape se la cava bene un po’ con tutto, carne, formaggi o uova, mentre il pâté di olive con piatti a base di pesce (filetti di pesce al forno, ad esempio) e verdure grigliate». Con gli abbinamenti, però, una raccomandazione della dietista: «non esagerare con le quantità e non farsi guidare solo dalla gola».

 

Che cosa sono, quanto e come portarle in tavola.

Salse da condimento: maionese, ketchup e barbecue le più famose nel Belpaese, ma è sempre più apprezzata anche la salsa di soia. Si chiamano “da condimento” perché accompagnano i piatti, valorizzando i sapori. Perciò il cibo a cui vengono abbinate non deve essere eccessivamente elaborato né troppo condito: ad esempio, carne, pesce e uova vanno cucinati in modo semplice senza aggiungere condimenti (o pochissimo olio e sale). Quasi tutte le salse possono essere usate innanzitutto per i crostini: si consiglia in questo caso di spalmarle su pane fresco, non conservato, meglio integrale. Perché il gusto dei piatti non venga alterato e per non appesantirli di grassi e sale, i nutrienti critici ai quali bisogna fare attenzione, l’impiego delle salse in cucina non deve essere eccessivo abitudinario. E non deve sostituire altri condimenti, primo tra tutti l’olio extravergine d’oliva, fonte di nutrienti preziosi. E.T.

 

Fornitori di fiducia
Aziende di prima scelta, in linea con i valori di Coop. I nuovi fornitori del prodotto a marchio che si aggiungono agli oltre 500 già presenti. In primo piano sugli scaffali il “made in Italy”.

Hanno qualcosa in più, sono le “prime scelte”. Così nel basket americano si chiamano quei giocatori che tutti vorrebbero avere in squadra. Per Coop i fornitori del prodotto a marchio devono possedere precise caratteristiche, in linea con i suoi valori, e avere nei fatti una marcia in più. È uno dei requisiti in base ai quali vengono selezionate imprese e persone, particolarmente attente alla qualità e alla sostenibilità, aperte al cambiamento e capaci di modernizzarsi.

Qualche esempio? L’azienda della Valtellina Latteria Chiuro che produce lo yogurt di montagna Fior Fiore e che, per farlo, usa solo energia da fonte rinnovabile prodotta sul posto. Ma anche, sensibili al sociale o alla parità tra uomini e donne. Come Agrisicilia, un’impresa che valorizza varietà di frutta siciliana speciali – a partire dalla pesca di Bivona Igp e dal fico d’India dell’Etna Dop trasformate in confetture molto ricercate dai consumatori – condotta da una giovane amministratrice unica, attenta ai diritti delle donne.

Alla Dino Corsini, ecco un altro esempio, è stata avviata una nuova linea di produzione ad hoc: l’azienda bolognese, insieme a Coop, ha studiato la ricetta e lanciato, con successo, il primo pancake non da frigo con il marchio di una catena della Grande Distribuzione. Un altro nuovo fornitore? Il toscano Poggio del Farro, in provincia di Firenze, che oltre ad avere una filiera molto specializzata del farro realizza per Coop, in un nuovo stabilimento, una serie di nuovi prodotti, tra cui le barrette, e la nuova linea di snack ai cerali on the go. Tutti i nuovi fornitori sono produttori “buoni dentro”, in massima parte italiani e per l’80% di piccole e medie dimensioni.

Alle oltre 500 imprese fornitrici storiche, infatti, se ne aggiungono, con la “rivoluzione” del prodotto a marchio, altre 250, chiamate a garantire i requisiti irrinunciabili di Coop: la sicurezza, ma anche e soprattutto la sostenibilità etica e ambientale in segmenti di mercato anche inediti. Dando così una bella spinta all’agroalimentare italiano – sono 100 i nuovi stabilimenti produttivi che entrano nella famiglia cooperativa –, senza rinunciare per quei prodotti particolari e territoriali, come, ad esempio, la birra, a rivolgersi ai fornitori esteri maggiormente vocati. Dopo i prodotti per la colazione – con il caffè che arriverà a 57 proposte (di cui 6 novità), lo yogurt a 121 (di cui 45 nuove), le merendine a 41 (di cui 22 inedite) – una nuova offerta coinvolge in questi mesi d’autunno centinaia di piccole e medie imprese italiane, da Nord a Sud, che producono olio d’oliva e di semi (di cui vi abbiamo parlato nel numero di settembre di Nuovo Consumo), nonché una fioritura di aceti e di salse da condimento (di cui vi parliamo in queste pagine).

Ora la palla cade nella metà campo di chi fa la spesa in Coop, provando prodotti che non conosce e variando il più possibile la dieta. «È una delle prime regole dell’alimentazione», sottolinea Renata Pascarelli, direttrice qualità di Coop Italia, che invita tutti a provare sapori anche non abituali o sconosciuti: «Siamo partiti dall’innovazione del prodotto – spiega – che è la base per aprirci a nuovi stili di consumo. E insieme al “buono” abbiamo curato il “bello”, cioè le confezioni, più sostenibili, consentendoci di essere ancora più ecologici e di fare passi avanti evidenti nella presentazione del prodotto ».

Così Coop ha deciso di giocare sempre di più il suo ruolo di “marca”, rispondendo alle diverse esigenze delle persone: dai prodotti di base semplici ed economici, comunque di qualità, fino a quelli gourmet o alle linee funzionali. Un progetto unico in Italia e in Europa, sia per ampiezza che per metodologia utilizzata.

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