Oltre il 60% delle persone – soprattutto le donne – legge l’etichetta prima di acquistare un prodotto, a caccia di informazioni utili: ingredienti, calorie, data di scadenza, eventuali allergeni. E se insieme alla “carta d’identità” del prodotto trovassimo stampato in etichetta anche il 1522, cioè il numero di telefono da chiamare se si è una donna vittima di violenza o stalking? Sarà proprio così: da questo mese il numero comparirà sulle confezioni dei prodotti a marchio Coop. Si comincia dal latte parzialmente scremato che si troverà sugli scaffali in “edizione speciale”, parlando direttamente alle consumatrici. Un modo per sensibilizzare soci e clienti al problema, ma anche per rompere il silenzio e agire concretamente a favore delle donne, fornendo loro un primo punto di riferimento per uscire dalla violenza direttamente nella busta della spesa, sui prodotti d’uso quotidiano, nella vita di ogni giorno.
Chiamami
Il 1522, infatti, è il numero promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, accessibile gratuitamente sia da rete fissa sia mobile su tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, e in più lingue. Un servizio fondamentale per un primo contatto e avviare percorsi d’aiuto per tutte quelle donne che vivono nella paura o che hanno già subito episodi di violenza o stalking. Ma possono chiamarlo anche i familiari, gli amici, i conoscenti o le cittadine e i cittadini che desiderano informazioni su come dare aiuto o a quali servizi rivolgersi. In occasione del 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – Coop contribuirà a sostenere le associazioni a difesa delle donne vittime di violenza con diverse iniziative sul territorio e mettendo in vendita la borsa di tela a tema, in edizione limitata, firmata per Coop dall’illustratrice e designer tessile nigeriano-italiana Diana Ejaita. Nei prossimi mesi, progressivamente, il numero antiviolenza diventerà uno degli “ingredienti” nell’etichetta di tutti i prodotti a marchio e verrà adottato su altri strumenti di comunicazione legati alla spesa, come gli scontrini, e sugli elementi dell’ambientazione come adesivi, carrelli e banchi frigo. Una campagna permanente per confermare l’impegno di Coop in questa battaglia di civiltà, che si aggiunge alle altre iniziative di Close the gap in nome di una vera parità tra uomini e donne.
Un gran numero
Ma come funziona il 1522? «Il numero – spiega la dottoressa Maria Spiotta dell’associazione Differenza Donna Aps-Ong, che dal 2020 gestisce il Numero nazionale antiviolenza e stalking del Dipartimento per le Pari Opportunità – accoglie con assoluta garanzia di anonimato tutte le persone, soprattutto donne, sia italiane che straniere, che stanno vivendo o hanno vissuto qualsiasi tipo di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, in casa, a lavoro o in qualsiasi altro luogo pubblico o privato. Si rivolge alle operatrici e agli operatori dei servizi pubblici e privati, ma anche a chiunque voglia informazioni. L’obiettivo è quello di garantire uno spazio d’ascolto, supporto e protezione, anche in collegamento con la Rete Antiviolenza. Contattare il 1522 è un primo passo per uscire dall’isolamento e da una situazione di violenza». Al telefono operatrici esperte offrono alle donne un dialogo sicuro e senza pregiudizi, in cui ciascuna possa sentirsi accolta, compresa e creduta. All’occorrenza, è possibile accedere anche a consulenze specialistiche in ambito psicologico, legale e di mediazione linguistica e culturale. Per chi decide poi di avviare azioni efficaci per la propria libertà e per quella di eventuali figli e figlie, vengono quindi fornite informazioni sui centri antiviolenza presenti in tutta Italia. «L’iniziativa di Coop di inserire il numero sulle confezioni dei prodotti a marchio – sottolinea Spiotta – contribuirà a garantire la capillarità informativa del 1522 e a far crescere la sua riconoscibilità sul territorio. Crediamo che sia una scelta che mira a rompere il silenzio e l’isolamento causati dalla violenza, a partire dalla consapevolezza dei diritti e degli strumenti di tutela che, come società, siamo in grado di garantire alle donne che subiscono violenza o stalking, per dare loro un’effettiva via d’uscita».
Segnali d’allarme.
Quando e come le relazioni diventano pericolose.
Dove finisce un rapporto normale e inizia una relazione violenta e pericolosa? Solitamente la violenza fisica è solo il più visibile di una serie di abusi crescenti che è bene saper riconoscere.
Ecco i segnali d’allarme da non trascurare.
1. Violenza psicologica
Mira a instaurare sudditanza e controllo attraverso comportamenti denigratori sistematici, insulti, urla, minacce, ricatti, tradimenti e inganni. Il partner violento cerca di controllare costantemente tutti gli aspetti della vita della vittima, isolandola da familiari e amici. Fanno parte della violenza psicologica la gelosia patologica, l’imposizione di abbigliamento o comportamenti, ma anche l’indifferenza alle richieste affettive e la chiusura comunicativa persistente.
2. Violenza fisica
Attacca il corpo e le proprietà della persona. Ne fanno parte non solo le aggressioni fisiche, ma anche ritorsioni su animali, cose, vestiti, documenti, l’isolamento in casa o altrove (sequestro di persona), la privazione d’acqua, cibo e cure mediche.
3. Violenza economica
Punta a punire e limitare l’indipendenza. Il persecutore cerca di impedire di trovare o mantenere un lavoro, controlla tutte le spese e nega anche quelle necessarie; ruba soldi al partner o ai figli e nasconde alla famiglia la situazione economica. O ancora: prende decisioni finanziare importanti da solo, accumula debiti e rate in arretrato, costringe la donna a spendere il suo stipendio per coprire tutte le spese di casa, a fare debiti o a firmare contratti, impedisce ogni accesso legale ai beni comuni.
4. Violenza sessuale
Oltre allo stupro, comprende pressioni e ricatti per rapporti o pratiche sessuali non desiderati o sentiti come umilianti, l’imposizione di rapporti non protetti e il divieto di ricorrere alla contraccezione.
5. Stalking
Si esercita con ripetute e insistenti comunicazioni non desiderate – telefonate, messaggi, e-mail, scritte su muri o in strada –, ma anche seguendo tutto ciò che la donna fa sui social network, con appostamenti e inseguimenti, con l’invio di regali non graditi, con le minacce e la diffamazione.
Al fianco delle donne.
Unicoop Tirreno e le altre Cooperative di Consumo del Distretto Tirrenico (Amiatina, Centro Italia e Unicoop Firenze) doneranno parte del ricavato del latte Coop con l’etichetta 1522 – primo prodotto con impresso il numero unico nazionale da chiamare in caso di violenze, abusi o stalking – ai centri antiviolenza riconosciuti dalla Regione Toscana; nel Lazio e in Umbria a quelli con cui la Cooperativa ha da anni rapporti di collaborazione per aiutare le donne vittime di violenza.
Lo stesso vale per la borsa di tela firmata da Diana Ejaita.
In attesa della Giornatainternazionale per l‘eliminazione della violenza contro le donne, mercoledì 23 novembre, alle 18, al cinema teatro Spazio Alfieri di Firenze appuntamento all’insegna dello spettacolo, dell’informazione, della testimonianza di donne iraniane, afgane e bosniache. A condurre il talk show l’attrice Daniela Morozzi; sul palco anche Marina Capponi, già consigliera di parità per la Regione Toscana, le attrici Gaia Nanni e Anna Meacci e la musicista Chiara Riondino. Al fianco delle vittime ogni giorno, non solo il 25 novembre. (R.N.)
Notizia di reato
Dai maltrattamenti ai delitti: il dramma della violenza sulle donne in Italia.
Non c’è tempo da perdere. Nel 2021 in Italia sono stati commessi 302 omicidi, con 119 vittime donne: di loro 103 hanno trovato la morte in ambito familiare o affettivo e 70 per mano di partner ed ex partner. Mentre fino al 25 settembre di quest’anno sono stati registrati 215 omicidi, con 81 vittime donne. Numeri drammatici, contenuti nei report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia Criminale, che precisa, però, che questi reati sono in calo dal 2018 in poi. Tuttavia, crescono i cosiddetti “reati spia” della violenza sulle donne: delitti che esprimono violenza fisica, sessuale, psicologica o economica contro una persona in quanto donna. Parliamo degli atti persecutori (il cosiddetto stalking), i maltrattamenti contro familiari e conviventi e le violenze sessuali. Tra il 2018 e il 2021 questi reati sono aumentati e le vittime sono quasi sempre le donne: 75% per gli atti persecutori, oltre l’81% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e valori che oscillano tra il 91 e il 93% per le violenze sessuali. Tutti – evidenzia il rapporto – “gravi crimini che producono sulle vittime seri effetti fisici e psicologici”. Ma è vero anche che questi numeri crescono perché, per fortuna, si denuncia di più: vittime e testimoni sono sempre meno disposti a tollerare in silenzio gli abusi e si rivolgono più spesso alle forze dell’ordine e a centri e associazioni che possono fornire aiuto.