Mentre il mondo è ancora profondamente scosso da una gravissima pandemia con milioni di contagi e centinaia di migliaia di morti, tutti noi abbiamo dovuto prendere atto che un’altra piaga gravissima affligge ancora l’umanità.
Il razzismo è tornato alla ribalta con l’uccisione di un cittadino afroamericano a Minneapolis negli Stati Uniti ad opera della polizia; ne è seguita un’ondata di vigorose proteste negli Stati Uniti e in tutto il mondo a riprova che il razzismo continua a esistere, provocando lutti e rovina, e che nessun paese al mondo può dichiarare di esserne immune.
È incredibile che dopo le immani, indicibili, tragedie del secolo scorso consumate anche in nome dell’odio razziale, ma anche dopo i grandi movimenti di emancipazione che hanno segnato gli ultimi decenni, l’umanità si debba ancora confrontare con queste aberrazioni che non riguardano solo la razza, ma anche il genere, la religione, l’orientamento sessuale. Certo, l’ondata di proteste, l’indignazione di tante persone in quest’occasione, come in altre che hanno riguardato recentemente le violenze sulle donne, dimostrano i progressi e i miglioramenti fatti sulla strada della civiltà. Ma questi, anche per i comportamenti quantomeno ambigui di alcuni leaders politici, sembrano sempre rimessi in discussione, come se i cambiamenti non si consolidassero mai una volta per tutte, come se i drammi vissuti non fossero abbastanza.
Ognuno di noi deve prendere posizione e noi cooperatori dobbiamo sempre avere presente quanto è sancito nel nostro Statuto, frutto di una lunga storia coerente, i principi che lo animano: la Cooperativa è aperta a tutti senza nessuna distinzione.
Per questo ci sentiamo protagonisti, attraverso le scelte concrete di ogni giorno, di quel vasto movimento che in tutto il mondo continua a battersi contro le disuguaglianze e le discriminazioni.