Se oggi abbiamo merci più sicure, posti di lavoro meno pericolosi, processi produttivi agricoli e industriali meno dannosi per l’ambiente si deve a molti gruppi o singole persone che hanno messo in evidenza inconvenienti ed errori, ne hanno parlato, ne hanno fatto oggetto di denuncia e hanno ottenuto così leggi migliori nell’interesse di tutti noi consumatori. Molte di queste battaglie sono raccontate in un recente libro di Michele Boato, paladino di molte cause che sono state vinte, come dice il titolo: Quelli delle cause vinte. Manuale di difesa dei beni comuni (edizioni Libri di Gaia), con la prefazione di Marinella Correggia, altra attivista delle lotte per la salute e l’ambiente, i due più importanti “beni comuni”, appunto.
Un lungo capitolo è dedicato alle battaglie, in corso da almeno mezzo secolo, contro le frodi alimentari e la contaminazione le Boato anche in un precedente libro, della stessa casa editrice, Dalla parte dei consumatori. Fra le battaglie ricordate nel libro quella per eliminare dai preparati per lavare i fosfati che, dopo il lavaggio, finivano nelle fogne e poi nel mare. Qui facevano da nutrimento per le alghe che si moltiplicavano rapidamente sottraendo ossigeno al mare e provocando la morte dei pesci. Una battaglia che vide in prima fila Coop nella campagna Bianco il bucato, azzurro il mare (1984). In prima fila fu anche nella battaglia, anch’essa vinta, contro i gas che distruggono l’ozono stratosferico, presenti negli spray per cosmetici e vernici, combattuta con la campagna C’è uno strappo nel cielo, ricuciamolo (1988).
Se oggi possiamo portare la spesa dal negozio a casa con sacchetti contenenti “meno plastica”, più leggeri e decomponibili, si deve ad un’altra causa vinta dai movimenti dei consumatori e ambientalisti. Il libro in questione è importante perché fornisce un messaggio di speranza: con l’attenzione e l’informazione, come quella offerta da 26 anni da questa rivista ai suoi lettori, si possono chiedere e ottenere dal Parlamento delle leggi migliori e si può vivere meglio.
*professore emerito di merceologia Università di Bari