Nel mondo circolano 1.200 milioni di autoveicoli. Avete letto bene: 1,2 miliardi di auto su 7,3 miliardi di abitanti della Terra.
Una massa di circa un miliardo di materiali (ferro, alluminio, rame, gomma, plastica ecc.) in continuo movimento, “nutrita” ogni anno, da circa 3 miliardi di tonnellate di benzina, gasolio e prodotti petroliferi.
Ma ci sono dei segni di cambiamento, modesti, comunque sempre più visibili: quelli della diffusione di autoveicoli elettrici (ormai 2 milioni in circolazione), nei quali le ruote sono fatte girare da motori elettrici, azionati da batterie continuamente ricaricate. Si dice che con le più recenti batterie un’auto elettrica può percorrere anche 200 o 300 chilometri prima della ricarica con l’elettricità fornita dalle centrali termoelettriche, idroelettriche o solari. Il nucleo della transizione è costituito dalle batterie ricaricabili che stanno rivoluzionando anche il mercato delle merci e delle materie prime. Tutte le batterie, a ioni di litio, quelle con catodo litiocobalto o quelle con catodo di litio-nichelio- manganese-cobalto, richiedono litio, il metallo leggero ricavato dai suoi sali che si trovano per lo più in Argentina e Cile, come residui dell’evaporazione solare di antichi grandi laghi salati. Si tratta del “petrolio bianco” del futuro la cui richiesta, attualmente di circa 35mila tonnellate all’anno, sta aumentando rapidamente.
Un’altra merce strategica per le auto elettriche è il cobalto; circa 120mila tonnellate di cobalto sono contenute nei minerali estratti per la metà nel Congo e lavorati e trasformati in cobalto metallico e derivati in molti altri paesi fra cui Cina e Norvegia. Un terzo materiale strategico per le batterie da auto elettriche è la grafite la cui richiesta per gli anodi di tali batterie, oggi di circa 120mila tonnellate all’anno, è in continuo aumento, una frazione crescente delle circa 3.500.000 tonnellate di grafite naturale e sintetica prodotta nel mondo ogni anno. La Cina ha un ruolo dominante in questo mercato.
(*) professore emerito di merceologia Università di Bari