Preparazione
I ravioli sono da sempre il formato di pasta fresca più usato nella mia famiglia in ogni occasione. Da qualche anno, però, appena si accendono le luci dell’albero e l’aria si riempie del profumo di spezie del panforte, mi torna la voglia di cappellacci. Sono festivi, pieni, tondi, sanno di opulenza, una pasta nata per portare in tavola allegria e buona sorte.
Iniziate preparando la pasta. Mescolate la farina 0 e la semola di grano duro su una spianatoia in legno e formate una fontana con un buco ampio e profondo nel mezzo.
Lì rompete le 2 uova, aggiungete l’olio e il sale e cominciate pian piano con una forchetta ad amalgamare uova e farina.
Quando la consistenza è briciolosa, iniziate a impastare con le mani. Quando la palla di pasta sarà liscia, vellutata e non più appiccicosa, avvolgetela nella pellicola trasparente o copritela con una ciotola e lasciatela riposare per 1 ora a temperatura ambiente. Mentre la pasta si riposa, preparate il ripieno dei cappellacci.
Scolate la ricotta e mescolatela con le castagne sbriciolate, il pecorino grattato, e due cucchiai di olio extra vergine di oliva.
Mescolate bene con una forchetta per amalgamare il ripieno. Assaggiate per regolare di sale e pepe. Dopo il tempo di riposo, tirate la sfoglia. Qualunque sia il modo che preferite usare – con la macchina a mano, elettrica o il mattarello - tirate una sfoglia il più possibile sottile, larga e regolare. Stendete la sfoglia su una spianatoia e tagliatela a quadrati di 5x5 cm.
Con un cucchiaino o con una sac-a-poche sistemate il ripieno all’interno del quadrato di sfoglia, piegatelo e triangolo e sigillate bene i bordi premendoli con le dita. Richiudete ora gli angoli in basso, incrociandoli e saldandoli tra loro. È meglio procedere con poca sfoglia per volta, in modo che non si asciughi troppo nel frattempo. Via via che i cappellacci sono pronti, spostateli su un vassoio cosparso di semola.
Cuocete i cappellacci in abbondante acqua bollente salata e conditeli con un po’ di burro che avrete fatto sciogliere in un padellino con la salvia e il guanciale a listarelle. Aggiungete ancora pecorino grattato e servite.
La ricotta si ottiene riscaldando di nuovo (da qui il nome ri-cotta) il siero rimasto dopo la produzione del formaggio. Ecco perché non può essere considerato un vero e proprio latticino. La ricotta vaccina è di solito più delicata, morbida e dolce, mentre quella di pecora è più intensa, saporita e grassa.
Ricetta: Juls' Kitchen
Photo Credits: Juls' Kitchen