Pianta della famiglia delle Cucurbitaceae – a cui appartengono la zucca, la zucchina, il cetriolo e il cocomero – forse non tutti sanno che il melone (dal latino cucumis melo) veniva consumato dagli antichi come verdura: ai tempi dell’Impero romano, ad esempio, si era soliti gustarlo in insalata.
Legame storico
Lo stretto legame con il territorio di provenienza è uno dei tratti tipici del melone di Maremma della Verde Toscana srl. L’area produttiva di riferimento è quella della Maremma tosco-laziale: siamo quindi al confine tra la bassa Toscana e l’alto Lazio e queste terre, oltre che essere ricche di storia e bellezze naturali, si rivelano particolarmente vocate per le produzioni ortofrutticole, grazie a un fortunato mix di fattori. Clima, terreno e acqua: la combinazione di questi tre elementi rappresenta, come spiegano da Verde Toscana, la componente base per la produzione di un melone di qualità e si rivela un valore aggiunto per questo frutto che profuma d’estate e che difficilmente manca nei pranzi all’aperto. Il melone di Maremma, frutto a buccia retata, è il risultato di diversi tipi di coltivazione: si va dalla coltura precoce in serra senza riscaldamento a quella anticipata protetta sotto tunnellini di film plastico in pieno campo oppure protetta con tessuto non tessuto fino alla coltura normale nei campi. Le diverse tipologie di coltivazione fanno sì che il prodotto sia disponibile in tre differenti momenti: dall’inizio alla fine di maggio, dall’inizio alla fine di giugno, dalla fine di luglio alla fine di settembre, abbracciando così tutti i mesi più caldi in cui si gusta questo frutto fresco, dissetante e nutriente.
Controllo qualità
Oltre all’attenzione per una coltivazione sostenibile e rispettosa dell’ambiente, particolare cura viene prestata anche, come precisano da Verde Toscana, al momento della raccolta che viene fatta manualmente e si basa sull’analisi di alcuni parametri organolettici del frutto come, ad esempio, l’integrità e la durezza, l’uniformità della retatura della buccia, l’assenza di alterazioni del colore esterno della buccia dovuto ad attacchi di insetti o funghi patogeni, il colore interno della polpa tipico della varietà. Una volta raccolto il prodotto viene subito trasportato ai centri di stoccaggio, selezione e confezionamento, nel più breve arco di tempo possibile per evitare che le sue caratteristiche si possano alterare. Ma prima di passare alla selezione e al confezionamento, c’è un ulteriore controllo organolettico a campione: solo quei meloni che vengono ritenuti conformi potranno, infatti, entrare a far parte della linea qualità Maremma.
Per sua natura
Qui c’è tutto: sole, pioggia, temperature miti e terreno giusto. Al confine tra Toscana e Lazio, la fertile Maremma.
L’area da cui arrivano il melone e gli altri prodotti ortofrutticoli della Verde Toscana è quella della Maremma tosco-laziale: terre naturalmente “portate” per questo tipo di produzioni, per vari motivi. A cominciare dal clima, che è quello tipico mediterraneo con notevoli precipitazioni nel periodo autunno-inverno e secco nel periodo primaverile-estivo. Mediamente piovono circa 600-700 millimetri di pioggia l’anno, talvolta con precipitazioni temporalesche a metà estate. Lungo la costa le temperature medie si aggirano sui 16-18 gradi, con punte massime di oltre 30 gradi in estate, mitigate, però, per buona parte, dai freschi venti marini. Si spazia dai terreni freschi, profondi e sciolti delle fasce costiere per arrivare a quelli più compatti e tendenti all’argilloso delle zone interne, ma comunque fertili, per la loro formazione alluvionale. Grande è la disponibilità d’acqua, soprattutto quella dalle falde sotterranee, dalle ottime caratteristiche chimico-biologiche.