Strana merce l’energia. Si conoscono, si pesano e si misurano le fonti d’energia e le macchine che la producono: il carbone e i pannelli solari, il petrolio e le turbine delle centrali idroelettriche, il gas naturale e le pale eoliche. Da queste materie e macchine si ottiene la vera e propria energia sotto forma di calore o elettricità, dei “beni” che non si toccano o vedono ma di cui si conoscono gli effetti, i servizi: la possibilità di muovere le ruote di un’automobile o di far fondere l’acciaio, di tenere accesa una lampada o il computer o di sollevare un peso. In ogni tempo i governi e le imprese si sforzano di fare previsioni: quanto petrolio dovrà acquistare un’impresa o l’intera Italia, quali centrali dovranno essere costruite per soddisfare i fabbisogni energetici nei prossimi anni? Domande a cui si può rispondere soltanto se si prevede correttamente il numero e il tipo di automobili che saranno in circolazione, i processi per produrre l’acciaio o l’alluminio o la plastica, i chili di pane o di carne che una famiglia acquisterà ecc.
Tantissimi interrogativi la cui risposta dipende sia da scelte politiche, come il tipo di incentivi o di divieti o di imposte, sia dal prezzo che forze sovranazionali, globali, impongono al petrolio o alle pale eoliche, decisioni soggette a continui aggiornamenti. La cosa più importante, però, è conoscere come circola l’energia fra i processi, le merci e i servizi, cioè quanta elettricità o calore occorre per ottenere 1 chilo di alluminio dal minerale o dal rottame, quanti chilometri possono essere percorsi da un’auto a gasolio o elettrica. Con un altro vincolo, che complica le cose: la necessità di conoscere quanto ciascun servizio o merce genera di gas serra o di veleni gassosi, gli occulti nemici, la cui quantità deve essere la minore possibile. La risposta si trova esaminando delle grandissime tabelle, redatte ogni tanto dall’Istat, in cui è indicato come circola il denaro – e di conseguenza come circolano merci ed energia e agenti inquinanti – fra i vari settori dell’agricoltura, dell’industria, dei trasporti, della distribuzione, dei consumi delle famiglie.
Infine due numeri: ogni anno in Italia il Prodotto interno lordo (Pil), circa 1.500 miliardi di euro, è “tenuto in moto” da una quantità d’energia equivalente a quella di circa 120 milioni di tonnellate di petrolio (tep); in media l’energia equivalente a quella di 1 chilo di petrolio (che si compra oggi per 0,25 euro) genera alla fine un valore di circa 12 euro di merci e servizi.