Questa volta l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha parlato chiaro. E lo ha fatto a proposito del famigerato e tanto discusso olio di palma in un dossier nel quale evidenzia la presenza di alcuni composti contaminanti, il cui consumo in percentuali consistenti viene sconsigliato soprattutto a bambini e adolescenti. Di conseguenza Coop, coerentemente con un principio di precauzione da sempre adottato, ha deciso di sospendere la produzione di tutti i prodotti a proprio marchio (circa 120) che contengono nella loro formulazione l’olio di palma come ingrediente.
Composto da...
L’olio di palma è una sostanza di cui si discute ormai da anni (non solo sul versante nutrizionale, ma anche dell’impatto ambientale delle coltivazioni nei paesi d’origine), ma con la pubblicazione dell’ultimo dossier dell’Efsa si è introdotto un elemento di novità molto importante. Ora si tratterà di capire quali conseguenze le autorità, nazionali ed europee, decideranno di trarre sul piano normativo e autorizzativo. Non a caso il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha subito chiesto al commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis di avviare una verifica sul parere dell’Efsa. Ma se questa è la cronaca di una vicenda che sul piano istituzionale potrà avere sviluppi dai tempi ancora imprevedibili (e chiarendo che comunque, non essendoci limiti, i prodotti con olio di palma sono in regola sulla base delle normative vigenti e che i problemi di cui parla Efsa sono legati ai quantitativi consumati), per i soci e clienti Coop c’è già la certezza di una decisione che si fonda su un principio che per Coop è sempre stato fondamentale.
Per precauzione
«Quando da una fonte autorevole come l’Efsa sono emerse queste valutazioni – spiega il direttore qualità di Coop Italia, Renata Pascarelli – abbiamo ritenuto di procedere immediatamente secondo quel principio di precauzione che ha sempre contraddistinto le nostre scelte. Per questo abbiamo deciso di sospendere la produzione dei prodotti a marchio Coop che contengono olio di palma. Per questi prodotti cercheremo di accelerare le riformulazioni, privilegiando, al posto dell’olio di palma, l’impiego di olii monosemi o di olio extravergine d’oliva». Vale la pena di ricordare che Coop, nei suoi prodotti a marchio, ha già oltre 100 referenze senza l’olio di palma. Tra queste ricordiamo i prodotti delle linee destinati ai bambini Crescendo e Club 4-10, così come tutti i prodotti della linea ViviVerde (linea nata senza l’uso di quest’olio tropicale), a cui si aggiungono altre referenze riformulate come la crema spalmabile e i biscotti frollini Solidal Coop. Dunque per i consumatori più attenti a questo tema, esistono già da tempo ampie possibilità di scelta. «È importante ribadire – prosegue Pascarelli – che Coop da sempre tutela i consumatori applicando rigorosamente ai propri prodotti i principi di una corretta ed equilibrata alimentazione. Per questo abbiamo avviato da molto tempo programmi di riduzione dell’utilizzo di tutte le sostanze che, se assunte in quantità elevate, possono causare problemi alla salute, come il sale, gli zuccheri, i grassi. La presenza degli oltre 100 prodotti già oggi senza olio di palma rientra in queste scelte di fondo». Per i soci e i clienti Coop è, infine, importante prendere atto che la decisione assunta immediatamente a seguito delle novità proposte dall’Efsa, comporterà alcuni mesi di lavoro; pertanto potranno verificarsi mancanze temporanee di alcuni prodotti nei punti vendita.
Misure di sicurezza
Sostanze potenzialmente cancerogene che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature. Ecco cosa dice l’Efsa.
Alla base della decisione di Coop di non utilizzare più l’olio di palma nei suoi prodotti a marchio c’è la novità rappresentata dal pronunciamento arrivato da parte dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare: Lo scorso 3 maggio ha diffuso un dossier nel quale si illustrano gli esiti degli studi condotti circa la presenza di 3 contaminanti che si formano nel processo di raffinazione ad alte temperature di oli vegetali.
Partiamo dalle parole esatte dell’Efsa, per poi provare a capire meglio di che cosa si tratta: “I contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma – scrive l’Efsa –, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d’età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età. L’Efsa ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (Ge), 3-monocloropropandiolo (3-mcpd), e 2-monocloropropandiolo (2-mcpd) e loro esteri degli acidi grassi. Le sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C)”.
Il linguaggio è decisamente tecnico e probabilmente ostico per i più. Di fatto si parla di sostanze potenzialmente cancerogene che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200 gradi). La questione riguarda diversi oli e anche le margarine, ma si pone soprattutto per l’olio di palma poiché contiene quantità di queste sostanze notevolmente superiori agli altri. Il rischio per la salute è messo dall’Efsa in relazione alle quantità consumate quotidianamente, con una attenzione particolare alle fasce d’età più giovani. Alla luce del pronunciamento dell’Efsa il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha chiesto al commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Povilas Andriukaitis, di avviare con urgenza l’esame della questione all’interno dei gruppi tecnici. L’obiettivo è “valutare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini”. Il ricorso a strumenti comunitari, ha detto il ministro della salute, «è indispensabile per garantire un approccio realmente tutelante, in quanto omogeneo in tutto il territorio dell’Unione, con l’adozione, se necessario, di misure uguali in tutti i paesi membri sia da parte delle autorità che del settore produttivo».