Carica d’energia

  Aggiungi ai preferiti
Arrivano sul mercato le pile realizzate con materiale riciclato. Quelle Energizer in prima fila.
di Daniele Fabris

Lettori mp3, flash delle macchine fotografiche, telefoni cordless, radioline, telecomandi, calcolatrici, lampade portatili e torce, videogiochi tascabili, mouse e tastiere. Siamo circondati da piccoli e grandi apparecchi che si nutrono d’energia e spesso sono alimentati attraverso pile di diverse dimensioni. Inutile dire che il loro utilizzo, oltre a costarci, produce una quantità enorme di rifiuti: 160mila tonnellate in Europa ogni anno. Rifiuti, per di più, non facili da smaltire, dato che si tratta di prodotti altamente inquinanti per il contenuto di metalli pesanti, come piombo, rame, zinco, cromo, cadmio e mercurio. Non a caso questi dispositivi, comuni in tutte le nostre case, dal 1° gennaio 2009 vanno recuperati da un consorzio apposito, il Cobat.

Maestri di batteria

Anche le aziende, però, si stanno ponendo il problema del loro smaltimento. Lo ha fatto, ad esempio, Energizer, dando vita a EcoAdvanced, la prima pila stilo al mondo creata con il 4 per cento di batterie riciclate. Non un prodotto di nicchia, dato che il produttore statunitense ha voluto realizzare l’alcalina più performante della gamma Energizer. L’idea è nata durante un viaggio di alcuni dirigenti di Energizer presso un impianto di riciclaggio di batterie. In quell’occasione hanno notato che le batterie riciclate erano state impiegate in diversi settori, ad esempio, per costruire il fondo stradale dell’impianto, ma non erano mai state usate per produrre nuove batterie. Dopo 7 anni di studi e ricerche è stato messo a punto un processo idrometallurgico di ultima generazione grazie al quale si recuperano i costituenti attivi delle pile esaurite (zinco e manganese) per essere destinati al reimpiego nella fabbricazione. Il risultato è una batteria che richiede meno estrazione di materie prime nel processo di produzione (in una batteria alcalina circa il 70 per cento dell’impatto ambientale proviene dall’estrazione di materie prime), riduce la quantità di batterie necessarie ai consumatori, contribuisce a diminuire la produzione di rifiuti. «Siamo orgogliosi di essere la prima azienda ad aver creato una batteria ad alte prestazioni realizzata con batterie riciclate – ha affermato Todd Berault, direttore Marketing Europa Energizer –. Con Energizer EcoAdvanced siamo solo all’inizio. Tutti i nostri sforzi sono indirizzati nel cercare soluzioni innovative per ridurre l’impatto che le nostre pile hanno sull’ambiente. Per questo, il nostro impegno è quello di aumentare la quantità di materiale riciclato in EcoAdvanced di 10 volte per arrivare, entro il 2025, al 40 per cento».

In prima pila

Apparentemente identiche, le pile in commercio si differenziano per diversi aspetti. Alcuni sono riconoscibili leggendo l’etichetta: il tipo di pila, il formato, la capienza, vale a dire la quantità d’energia immagazzinabile. Altri parametri, invece, sono evidenziabili soltanto mediante test strumentali. È il caso della perdita di carica dalla pila lasciata ferma oppure del migliore o peggiore funzionamento sui diversi apparecchi. Talvolta, poi, succede che persino i valori dichiarati dal produttore meritino una conferma strumentale, e che i risultati dicano che le vere prestazioni sono diverse da quelle annunciate. Per esempio, il numero di cicli possibili di una ricaricabile. “Non aspettatevi di poter fare 1.000 ricariche. Già dopo 200 volte la metà delle batterie presenta problemi di capacità”, avvertiva la rivista “Think” dei consumatori danesi, dopo aver misurato le vere prestazioni delle pile ricaricabili, dimostrando che non tutte le promesse pubblicitarie sono fondate. Il test danese, tra l’altro, aveva sfatato una convinzione comune: non sempre è meglio scegliere il modello più capiente, almeno se si vuole una lunga durata della batteria. La comparazione, infatti, ha dimostrato che le batterie ad alta capacità (2.600-2.700 mAh) tollerano la ricarica molto meno rispetto a quelle con capacità inferiore (2.000-2.100 mAh), che risultano più robuste.

 

Lunga durata
Le ricaricabili, amiche dell’ambiente e delle nostre tasche. Chi ha a cuore ambiente e portafogli può optare per le batterie ricaricabili. Di tipologie ne esistono davvero molte e dunque è opportuno fare chiarezza per non sbagliare acquisto. I primi modelli a uscire sul mercato sono state quelle nichel-cadmio (Ni-Cd), in grado di essere ricaricate più a lungo delle altre. Hanno minore capacità delle altre tipologie (in genere non superiore ai 1.000 mAh) e dunque vanno ricaricate spesso, ma proprio per questo impiegano meno tempo per tornare pronte all’uso. L’accortezza necessaria è di farle esaurire completamente prima di sottoporle al ciclo di carica per non avere il cosiddetto effetto memoria che limiterebbe la quantità d’energia accumulata. Più comuni sono le batterie nickel- idruri metallici (Ni-MH), di capacità molto superiore alle Ni- Cd, con il vantaggio che l’effetto memoria può essere corretto sottoponendo le pile a 1 o 2 scariche e ricariche complete. Le pile agli ioni di litio (Li-ion) sono le più piccole, leggere, potenti e costose, sono tipicamente le batterie dei cellulari e dei pc. Al contrario delle precedenti, perché durino a lungo senza danneggiarsi, dovrebbero essere ricaricate prima che esauriscano tutta l’energia.