È l’orizzonte di Coop, la marca di un modo di vivere e di pensare le relazioni. È per questo che Unicoop Tirreno ha festeggiato i suoi primi 79 anni – il 26 febbraio scorso con una Consulta delle Sezioni soci al Centro Congressi La Principina, a Principina Terra (GR) – inaugurando una nuova stagione di partecipazione che, come ha ricordato nel dare avvio alla Consulta Massimo Favilli, vicepresidente e direttore soci e comunicazione, «è l’essenza stessa della Cooperativa, cioè la Cooperativa esiste se esiste la partecipazione dei soci. Su questo Unicoop Tirreno è sempre stata all’avanguardia, come le centinaia di attività di carattere locale e nazionale dimostrano», rivendica con orgoglio Favilli che, però, avverte: «Il coinvolgimento delle persone non è un fatto acquisito una volta per tutte, è un impegno e una conquista quotidiana, un percorso da aggiornare, rinnovandoci per trovare sempre il giusto equilibrio tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione.
Tanto più adesso.
Per aiutare le famiglie a fronteggiare una crisi che è diventata la regola, la peculiarità di Coop di tenere connessi l’ambito commerciale e quello dei valori, che si rendono concreti con la partecipazione, va valorizzata ancora di più».
Unione di fatti
Questa “chiamata alla partecipazione” che Unicoop Tirreno – con la collaborazione di Sociolab, impresa sociale esperta in partecipazione e ricerca sociale – fa a partire da aprile si chiama Connessioni, la socialità che unisce. Così poche parole dicono così tante cose, raccontano una visione: che Unicoop tirreno sia in un prossimo futuro sempre più “connessa” ai territori, alle persone che li abitano, alle reti sociali che li animano; un attore sociale attento ai bisogni delle comunità, aperto agli stimoli esterni, capace di rinnovarsi, di sperimentare. Con i soci sempre più protagonisti. «Il nostro obiettivo è quello di rafforzare e rigenerare il radicamento nelle comunità dove siamo presenti. Un radicamento derivato dalla fiducia che le persone hanno in Coop per i suoi prodotti di qualità, etici, rispettosi dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Per i suoi valori di cui questi prodotti sono, appunto, una bella sintesi, ma che trovano compiuta espressione anche nelle sue attività sociali. Ecco, per questo modo peculiare di essere impresa dobbiamo farci apprezzare ancora di più – le parole di analisi e l’invito di Simonetta Radi, vicepresidente di Unicoop Tirreno –. Se guardo a Unicoop Tirreno di un prossimo futuro la immagino sempre più inserita nell’ambiente sociale di cui fa parte. Di questo i soci sono gli “attivatori”. Partecipazione significa, infatti, basarsi sui soci, perché siamo fatti di soci, e lavorare nelle comunità, con una base sociale ampia e solida, perché no?, rinfrescata da soci giovani». Quella descritta è una Cooperativa capace di coinvolgere la base sociale grazie a momenti di confronto che ne valorizzino il ruolo e ne stimolino la partecipazione, così come quella dei dipendenti; coerente nell’offerta commerciale e nella difesa dei valori di solidarietà, sostenibilità, rispetto delle persone e del lavoro, attenzione alla qualità in ogni ambito, promozione della cultura; che crei e faccia crescere un’“economia buona” e per questo sia ben riconoscibile e apprezzata. Particolari, tutt’altro che dettagli, che la rendono diversa dagli altri, ma che degli altri ha bisogno perché certe cose non si possono fare da soli.
Chi è interessato potrà partecipare dal 15 aprile su:https://www.unicooptirreno.it/connessioni
Partecipare si può
Come? Ecco tutto il valore di Connessioni, promossa dalla direzione soci e comunicazione di Unicoop Tirreno.
In pratica la Cooperativa sosterrà, non solo con contributi economici, ma anche, e soprattutto, mettendo a disposizione reti di relazioni, capacità progettuali, luoghi d’incontro ecc., iniziative che rispondono ai bisogni e agli obiettivi individuati dalle Sezioni soci in ogni territorio d’appartenenza, in Toscana, Lazio e Umbria. Da qui una “chiamata” a associazioni di volontariato o di promozione sociale,gettuali selezionate, attraverso percorsi di co-progettazione con le Sezioni soci, sperimentando nuove modalità di cooperazione e sviluppando, grazie a queste nuove “connessioni”, progetti che sappiano rispondere alle esigenze del territorio. E nel periodo estivo al via la sperimentazione del progetto pilota. Così riprende vigore il senso originario della parola “partecipazione”: “prendere parte” a qualcosa che si fa insieme. «Questa è la cooperazione, partecipazione nel suo senso originario. Perciò per guardare al futuro, per sapere chi vogliamo essere, dobbiamo ricordarci chi siamo e rendere attuale quest’identità – dichiara Marco Lami, presidente di Unicoop Tirreno –.
L’essere riconosciuti dalla comunità come sua parte integrante e il legame particolare che le persone hanno con noi sono la nostra forza, la nostra costituzione interna, ciò che ci ha sempre consentito e ci consente di reggere agli scossoni economici e sociali di questi ultimi anni. Questo legame profondo è il moltiplicatore degli effetti delle cose che facciamo, le rende più potenti e incisive. Dunque, arrivati a 79 anni e guardando agli 80, proviamo a costruire, tutti insieme, un modo nuovo per essere parte di una comunità, aperti agli altri con più vitalità, risolutezza e metodo – così il presidente lancia il cuore oltre l’ostacolo –.
Siamo un’organizzazione di persone e quando c’è da fare un passo avanti, da cambiare, da tenere meglio la rotta, bisogna affidarsi alle persone». cooperative sociali, comuni o altri enti pubblici, scuole, musei civici, università, centri di ricerca, comitati o anche gruppi informali per presentare proposte incentrate, in particolare, sulla difesa del potere d’acquisto dei soci, sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale, sull’accesso alla cultura. Tappa successiva la valutazione e l’affinamento delle idee prosoci