Secondo il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, siamo ciò che mangiamo. Una filosofia che, trascorsi oltre centocinquanta anni dal “Mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia”, risulta ancora oggi sorprendentemente attuale.
Riletto in senso ampio, l’aforisma di Feuerbach esplicita le conseguenze del consumismo su tutto ciò che ci circonda. Dal benessere degli animali alle risorse naturali, le scelte inconsapevoli dei consumatori causano problematiche come il riscaldamento globale e la perdita della biodiversità.
In vista dell’aumento della popolazione mondiale, che nel 2050 raggiungerà la quota di 9,8 miliardi di persone, ecco alcune buone abitudini da seguire.
Scegliete prodotti locali e bio
La prima regola per una corretta sostenibilità alimentare proviene dal passato quando i produttori erano gli agricoltori italiani più vicini a noi. Un’abitudine ancora oggi attuale che riduce il consumo di energia e le emissioni di gas serra legate all’import-export alimentare oltre a tutte quelle attenzioni (e imballaggi) indispensabili per trasportare i prodotti nel mondo.
Ma acquistare frutta e verdura dai produttori locali è un prezioso supporto all’unicità di alimenti regionali indispensabili per un’alimentazione variegata. Se preferite affidarvi alla produzione su larga scala, puntate ai prodotti bio che, nel rispetto delle risorse del pianeta, hanno un basso impatto ambientale.
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Puntate ai prodotti di stagione
L’agricoltura intensiva e l’import-export azzerano le differenze stagionali portando sulle nostre tavole frutti e ortaggi legati a climi e stagioni ben definiti. Una “evoluzione” che, permettendoci di mangiare tutto l’anno molte delle delizie naturali che amiamo, stravolge una delle regole principali dell’alimentazione sostenibile: rispettare i tempi della natura.
Ma i lussi della modernità ci hanno fatto dimenticare che la stagionalità è una matrice fondamentale per proteggere l’ecosistema. E che tutte le nostre scelte hanno un impatto sull’ambiente derivante dalla coltivazione in serra.
Diminuite il consumo di carne e variate la domanda di pesce
L’eccessivo consumo di carne è uno dei tanti problemi che l’uomo causa all’ambiente. Trascendendo i danni per la salute e le condizioni tutt’altro che rispettose del benessere animale, gli allevamenti intensivi provocano grandi sprechi di risorse naturali.
Una prima soluzione per limitare il nostro impatto ambientale consiste nel ridurre la quantità di carne consumata settimanalmente (scelta da allevamenti estensivi) integrando fonti proteiche come legumi e pesce. Ma anche per i pesci valgono le regole dell’import export che compromettono l’esistenza di alcune specie e trascurano varietà altrettanto ricche di Omega3.
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Evitate gli sprechi
La prima delle abitudini da adottare per la sostenibilità alimentare può apparire scontata. Ma i numeri parlano chiaro: sprechiamo ogni anno circa 1,7 milioni di tonnellate di cibo. Una cifra spropositata che porta allo spreco di acqua, suolo e CO2 correlati alla sua produzione. Ma sono sufficienti piccoli accorgimenti per fare la differenza come acquistare solo ciò che è indispensabile, prestare attenzione alle date di scadenza e riporre correttamente i prodotti in frigo. Se poi un giorno cucinate più del necessario, potete riciclare gli avanzi in ricette altrettanto semplici e gustose.
Un altro metodo per ridurre gli sprechi consiste nell’evitare gli imballaggi optando per i prodotti sfusi: questo non solo ci risparmia il delicato problema di smaltirli correttamente ma comporta indiscutibili benefici a livello di emissioni di gas serra e biodiversità. Ultimo ma non per importanza, è importante preferire l'acqua del rubinetto alle bottiglie di plastica. Oltre a risparmiarvi la fatica di portare le casse di acqua a casa, fate del bene al vostro pianeta riducendo al minimo il consumo di plastica.