Il signor B. ha 93 anni e il fisico di un cinquantenne in forma. Alto e burbero mette subito le cose in chiaro: “Non mi fotografate. Non scrivete il mio nome. Non voglio farmi pubblicità. Io vengo qui per dare una mano a questi vecchietti”. Strappa una risata a tutti, perchè B. alza l’età media di un gruppo di persone che già da sola sta sui 65 anni.
Siamo al supermercato Coop di Follonica (GR), la mattina presto, con i volontari di Ausilio, un progetto di Unicoop Tirreno che consiste nel fare la spesa e portarla a casa di anziani che vivono da soli, disabili e persone non autosufficienti. Nella sezione soci maremmana i volontari sono diciassette e gli utenti diciotto.
Le operazioni sono organizzate con un rigore militaresco: ci sono schede da compilare, telefonate da fare, scontrini da registrare, soldi in contanti, resti, indirizzi da dividere.
A dirigere la flotta c’è la signora Clara, un’ex professoressa in pensione. I suoi modi hanno tratti dolci e autoritari, è facile immaginarla tenere a bada classi di adolescenti. I volontari hanno raccolto le liste il giorno prima, telefonando a casa degli utenti. Ora è il momento della spesa, armati di carrelli e borsoni, i loro movimenti sono ponderati e calmi. Latte, acqua e formaggi vengono maneggiati con cura, con una gestualità che dà valore al cibo e al servizio. Nei momenti di attesa raccontano gli acciacchi, si scambiano consigli sull’orto e guardano le foto dei nipoti sul telefono. Sì perché i volontari saranno anche pensionati, ma sono super tecnologici e usano gli smartphone con la disinvoltura di un teen-ager.
Perché siamo qui?
Qualche giorno fa in ufficio è arrivata una lettera che ha girato per giorni prima di atterrare sulla scrivania giusta. E’ un lettera scritta a mano, in corsivo, penna biro blu. Ha la grafia di altri tempi, con le stanghette sulle effe. Tutti quelli che l’hanno letta non hanno potuto trattenere l’emozione. L’ha scritta la signora AnnaMaria, una degli utenti di Ausilio. Con semplicità e naturalezza ringrazia il presidente della Coop, si complimenta per la bontà dei prodotti e gli dice che “i volontari sono i miei angeli custodi”. E’ su questo passaggio che gli occhi diventano lucidi. Annamaria è vedova, invalida e vive sola in un appartamento al terzo piano senza ascensore, dal quale non esce più da anni.
“I volontari - scrive - mi portano in casa un sorriso, oltre che la spesa”. Quando andiamo a conoscerla, in compagnia di Paola e Claudio, troviamo una casa luminosa, con tante piante e le foto di famiglia alle pareti.
Annamaria è contenta come una Pasqua e ci offre cioccolatini e caramelle. Il nostro presidente le ha mandato un’orchidea e un biglietto a nome dei colleghi e dei soci Coop. Sul tavolo c’è la spesa della signora: tanta frutta, detersivi, acqua.
Ausilio non ha costi di trasporto e vengono consegnate anche spese da pochi euro. Non è un servizio commerciale, è un modo per rendersi utili, farsi compagnia a vicenda, ricevere una visita. Si crea una rete di solidarietà locale, concreta, in cui viene donato uno dei beni più preziosi che abbiamo: il tempo.
Tra gli utenti di Follonica ci sono una coppia di anziani non vedenti, un ingegnere vedovo, una signorina di 92 anni che la mattina presto va in spiaggia, quindi non va servita prima delle 10. In breve tempo si conoscono i gusti di tutti e fare la spesa diventa più facile.
Le case preferite? “Quelle con gli ascensori” dice qualcuno sorridendo. Tutti ricordano il signor Piero, volontario storico e pilastro del progetto, scomparso poco tempo fa. Insomma, la mattinata con Ausilio è un’altalena di emozioni, in cui è facile commuoversi e scherzare subito dopo.
Grazie Annamaria per aver preso carta e penna e per averci fatto riflettere sull’importanza delle relazioni umane, anche quando queste entrano in casa con la busta della spesa.