Dal 2012 in Italia è in vigore una norma che vieta la commercializzazione dei sacchetti per la spesa monouso che non siano biodegradabili e compostabili, e di base il nostro paese si è adeguato alla normativa europea che ha messo al bando i vecchi shopper di plastica, fatti essenzialmente di polietilene. A questo punto tanti consumatori hanno scelto di rinunciare all’uso dei sacchetti monouso, per lo più a pagamento, prendendo la buona abitudine di portare con loro sporte riutilizzabili, di vari materiali resistenti, come juta, cotone, rete, carta ma anche plastiche riciclate, e chi invece ha continuato a ricorrere al tradizionale carrellino, in base a un recente sondaggio di Ipsos circa il 6% degli intervistati. Dallo stesso sondaggio è emerso che il provvedimento del 2012 ha raccolto in 5 anni un largo favore da parte degli italiani che lo considerano un passo avanti del nostro paese nei confronti dell’ambiente. Ben il 92% degli intervistati, infatti, utilizza sempre o spesso borse portate da casa per fare la spesa, mentre la soddisfazione per i nuovi sacchetti biodegradabili e compostabili è risultata piuttosto bassa: sono poco resistenti (cedono facilmente al contatto con prodotti appuntiti, pesanti o con gli spigoli), si rompono le maniglie e spesso bisogna usarne due, uno dentro l’altro, per reggere tutto il peso della spesa.
Tuttavia, anche se questi sacchetti peccano un po’ in termini di robustezza, è importante sottolineare dal punto di vista ambientale la possibilità di riutilizzarli come buste per la spazzatura dei rifiuti organici domestici (l’umido, per intenderci). Purtroppo, però, ancora oggi non tutti gli shopper per la spesa in circolazione sono conformi alla norma europea; è ancora possibile scoprire, soprattutto nei mercati, in piccoli negozi o dagli ambulanti, l’uso di buste in polietilene.
Ma i consumatori possono giocare un ruolo importante nel riconoscere e rifiutare questi sacchetti.
I veri shopper biodegradabili e compostabili sono facilmente riconoscibili, sono mollicci al tatto e riportano scritte le indicazioni di conformità alla norma comunitaria EN 13432:2002 o i marchi OK compost, Compostable e Mater-Bi. In attesa del nuovo provvedimento europeo che a partire dal 2018 imporrà l’uso dei sacchetti biodegradabili compostabili anche nei reparti dell’ortofrutta.