Quella racchiusa tra la bassa Toscana e l’alto Lazio rappresenta un’area ideale per la coltivazione dell’asparago verde e di molte altre varietà ortofrutticole tipiche di questo territorio. Tanti sono i fattori che contribuiscono a dare alla frutta e alla verdura che cresce in questo bacino quel “qualcosa in più”: i terreni vulcanici, ricchi di potassio, calcio e sali minerali e di sostanza organica, ma anche il microclima della zona e, non ultima, la vicinanza al mare. La combinazione di questi elementi trova espressione nelle caratteristiche organolettiche dei prodotti che provengono da queste terre e al tempo stesso contribuisce a conferire loro un sapore particolare e un gusto inconfondibile.
Tutto un altro sapore
Arrivano da qui asparagi, finocchi, spinaci, zucchine, pomodori rossi da sugo, meloni, cocomeri, che vengono commercializzati con il marchio Copa-Sapori di Maremma e si possono trovare nei punti vendita della rete Unicoop Tirreno di Lazio e Toscana. «La Sapori di Maremma – spiega l’amministratore unico della società Sergio Alfieri – nasce nel 2011 mettendo insieme ai fini della gestione commerciale la società cooperativa agricola Copa e l’associazione produttori ortofrutticoli Asport». Con la creazione della nuova società, la produzione del Lazio e della Toscana è stata così accorpata un’unica entità giuridica, con sede a Grosseto, che ha come punto di forza proprio il fatto di aggregare più produttori in un unico progetto: la promozione, la commercializzazione e valorizzazione dei prodotti tipici della Maremma toscana e laziale. Se, com’è noto, una delle colture di punta è costituita dall’asparago verde, che si è ormai affermata da tempo ed è “di casa” nell’area geografica che comprende i comuni di Canino (in provincia di Viterbo), Capalbio e Manciano, la produzione non si esaurisce qui: «Stiamo parlando del bacino della Maremma tosco-laziale, un territorio importante per la produzione di tutti gli ortofrutticoli – afferma Alfieri –. Per noi molto importanti sono, ad esempio, i meloni la cui coltura inizia in serra da Capalbio, per poi risalire nell’entroterra di Manciano e Canino dove, in questo caso insieme ai cocomeri, vengono coltivati a pieno campo». Il melone si può gustare da maggio a settembre, il cocomero da fine giugno ad agosto. A questi vanno ad aggiungersi tutti gli altri ortaggi sopra citati e tipici del periodo primaverile ed estivo, senza dimenticare i prodotti invernali come cavolfiori, verze, broccoli, broccoletti, finocchi, i cappucci, che si cominciano a raccogliere a partire dal mese di ottobre fino ad arrivare a marzo-aprile.
Per primi
Grazie a una sorgente termale qui gli asparagi crescono prima.
Tra i principali obiettivi della Sapori di Maremma c’è la valorizzazione della coltura dell’asparago, che viene praticata in maniera significativa nella bassa Toscana e nell’alto Lazio, in particolare nei comuni di Canino, Capalbio, Manciano. «Si sta portando avanti con la Regione Lazio – spiegano nella società cooperativa agricola – un’iniziativa per ottenere la denominazione di Asparago verde di Canino Igp». Una delle caratteristiche che lo contraddistinguono è quella di riuscire ad arrivare sul mercato prima degli altri. Ciò è reso possibile dalla presenza in quest’area, al confine tra le due regioni, di una sorgente termale. Le acque calde termali vengono canalizzate con delle serpentine sotto al terreno e questo consente di “forzare” la coltura degli asparagi e di anticipare così i tempi, facendo sì che si possano trovare in vendita già a partire dai primi giorni di febbraio.