Resta sempre una delle bevande più amate dagli italiani, ma le abitudini di consumo del caffè sono molto cambiate negli ultimi anni. La cara e vecchia moka è stata spesso sostituita dalle macchine per il caffè espresso. Macchine offerte a condizioni vantaggiose che hanno portato all’acquisto domestico di cialde e capsule per alimentarle, grazie anche alla praticità d’uso delle confezioni monoporzione. Abili azioni di marketing, supportate anche da testimonial d’eccezione del mondo dello spettacolo, hanno reso poi le ricariche per il caffè espresso prodotti d’uso quotidiano; nonostante il prezzo al chilogrammo del caffè sia notevolmente più alto rispetto al tradizionale prodotto per la moka. Così in pochi anni questo è diventato un mercato solido, tanto da giustificare il diffondersi di negozi specializzati, dell’e-commerce e la crescita di spazi dedicati nei supermercati.
Un recente studio condotto in Gran Bretagna ha stimato che gli inglesi inviano in discarica circa 13.500 capsule di caffè usate ogni minuto, più in generale al mondo se ne vendono 10 miliardi ogni anno, pari a 120mila tonnellate di rifiuti. Capsule fatte essenzialmente di plastica o di alluminio, difficili da riciclare perché frammiste di caffè residuo (frazione organica), che finiscono per lo più nella spazzatura. Quali sono, allora, le soluzioni per dare voce a questo nuovo mercato e rispettare al tempo stesso l’ambiente? Presso i negozi Nespresso, ad esempio, sono allestiti punti di raccolta per inviare al riciclo le capsule di alluminio esauste; ad oggi i numeri parlano di decine di tonnellate raccolte per punto vendita, con percentuali di crescita annue del conferimento da parte dei clienti a due cifre.
A livello europeo si lavora, invece, alla possibilità di considerare le capsule svuotate del caffè come imballaggi; progettandole in modo che il consumatore possa liberare l’involucro dal caffè residuo e conferirle in discarica insieme alla plastica.
Anche Coop fa la sua parte con la gamma dei caffè Fior fiore in capsule. Sviluppata insieme a Novamont e testata dal Consorzio Italiano Compostatori (Cic), la nuova capsula compostabile può essere gettata nella raccolta differenziata dell’organico e avviata al compostaggio industriale. Noi consumatori possiamo dunque acquisire la consapevolezza del limite ambientale di questi articoli e decidere di acquistare con attenzione, premiando prodotti e aziende che già ci aiutano a superarlo.