RDA. Il sugo della storia

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16 Maggio 2022
Sughi artigianali della famiglia Iasilli che vanno a nozze con la pasta: tutta la Toscana in tavola.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di maggio 2022

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Rocco, Decio e altri. È questo il significato della sigla che dà il nome alla RDA srl, azienda nata 25 anni fa a Castellina Marittima (PI) che propone sughi di mare e di terra con il marchio Toscana in tavola. Luigi Iasilli, oggi al timone, è il figlio di Decio, uno dei fondatori (insieme al socio Rocco di cui ha poi rilevato le quote), ma è anche parte integrante di questa storia fin dalle origini, come ci racconta lui stesso. «Mio padre era un ingegnere elettronico, si occupava di software, ma a un certo punto scelse di cambiare lavoro e di “salvare” una piccola azienda di gastronomia nel paese di Castellina Marittima – ricorda Luigi –. Eravamo nell’aprile del 1997 e io allora studiavo economia all’Università di Pisa. Nel dicembre dello stesso anno, per via di alcuni problemi di salute di mio padre, sono subentrato io. Avevo 24 anni. Ecco perché quest’azienda la sento mia, perché ne faccio parte da sempre. E sono rimasto anche quando mio padre è rientrato ».

Toscano tipico
Castellina Marittima è un piccolo paese in provincia di Pisa e inizialmente la RDA srl sorge proprio nel centro del borgo come laboratorio artigianale. Dal Duemila l’azienda si è spostata in uno stabilimento nuovo, nella zona delle Badie, rimanendo di proprietà della famiglia e senza mai perdere la sua vocazione artigianale. Qui c’è una cuoca che da sempre prepara le ricette nel segno della tradizione toscana, i sughi sono fatti “come a casa”, non utilizzando conservanti né additivi chimici e la sterilizzazione delle conserve in barattoli di vetro avviene unicamente attraverso la temperatura. La scelta del nome Toscana in tavola per la linea di prodotti nasce proprio per identificare la presenza sul territorio: l’azienda si ispira a ricette toscane tipiche, dai ragù di cinghiale e selvaggina alla salsa per i crostini. «Cerchiamo di usare ingredienti di filiera locale o biologici – spiega ancora Luigi –. E, infatti, dal 2006 l’azienda è certificata anche “biologica”».