«La ristrutturazione di Unicoop Tirreno, avviata all’inizio del 2017, può dirsi conclusa positivamente. E un dato su tutti dà la misura del percorso fatto per il risanamento e il rilancio: abbiamo restituito interamente i 170 milioni di Strumenti Finanziari Partecipativi che le altre Cooperative di Consumo e Coopfond avevano sottoscritto in nostro favore nel 2016. Il riscatto anticipato dell’ultima tranche di 67,5 milioni è dello scorso agosto. Questo perché abbiamo intrapreso e portato avanti un percorso virtuoso e progressivo che ha permesso alla Cooperativa di tornare ad avere risultati di bilancio positivi, senza usufruire di supporti economici pubblici, senza costi sociali drammatici, peraltro in un momento molto delicato per il nostro paese e non solo», inizia da qui Piero Canova, direttore generale di Unicoop Tirreno, per fare il punto sulla vita della Cooperativa in questo scorcio di 2021, non senza rimarcare che «ci sono obiettivi ancora da consolidare e conquistare».
Miglioramento continuo
In un clima di instabilità economica generale è difficile, però, fare previsioni.
«Esatto. Ma, in attesa dei dati definitivi del secondo semestre, partiamo da questo: oggi la nostra rete di vendita è un fatto che sia più solida, il risultato operativo (commerciale, ndr) è positivo per circa 1,9 milioni di euro (al 30 giugno, ndr), meglio del Preventivo e dell’anno precedente. I ricavi delle vendite nel primo semestre di quest’anno sono, invece, in leggero calo (a settembre -0,64% rispetto all’anno precedente), sia per il ridimensionamento dell’IperCoop romano di via Casilina, dai 4.700 ai circa 2.400 mq, che per l’aumento della concorrenza in alcune aree. Comunque, continuando con la stessa determinazione sulla strada intrapresa il risultato di esercizio si prevede migliore del 2020, anno in cui Unicoop Tirreno, a 16 anni dall’ultima volta, è tornata in pareggio».
Quindi il recupero di reddittività dell’attività caratteristica è uno degli obiettivi da conquistare. «Sì, ma vorrei inquadrare il ragionamento in un contesto più generale. Nel 2020 nel pieno della pandemia abbiamo sostenuto costi straordinari controbilanciati dall’aumento degli acquisti alimentari delle famiglie in lockdown; nel 2021 ancora costi straordinari, ma i benefici di un carrello più abbondante sono calati, perché le persone hanno ripreso a consumare e a vivere fuori casa. Inoltre la pandemia ha continuato a frenare il turismo straniero, seppure in buona parte compensato da quello nazionale. Ecco: nel 2022 si dovrebbe tornare alla normalità che tradotto per noi significa risultati di vendita positivi senza costi dettati da una situazione fuori dall’ordinario».