Nel momento del bisogno

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Torna il 21 maggio il Pane quotidiano, la raccolta alimentare a favore delle persone bisognose che vivono nei nostri territori.
di Barbara Sordini

Un’enorme mole di lavoro e di persone che vede protagonisti i dipendenti dei negozi Coop, i soci attivi delle Sezioni soci e i volontari di oltre 100 associazioni onlus dei diversi territori, Toscana, Lazio, Umbria, Campania, che alla fine distribuiranno i prodotti raccolti ai più bisognosi. Per il 6° anno consecutivo, ecco il Pane quotidiano la raccolta alimentare di Unicoop Tirreno che si svolge sabato 21 maggio in circa 100 punti vendita Coop (a Venturina, per lavori di ristrutturazione del negozio, la raccolta si è già svolta lo scorso 19 marzo): all’ingresso, i volontari consegneranno a chi lo desidera una borsa e un dépliant con le indicazioni dei prodotti da donare, preferibilmente generi alimentari confezionati come biscotti, pasta, latte a lunga conservazione e prodotti alimentari dedicati all’infanzia proprio perché nei territori le associazioni di volontariato segnalano uno stato di bisogno sempre crescente da parte di famiglie con bambini piccoli. Personale dei punti vendita, soci della Cooperativa e volontari coinvolti saranno contraddistinti da un adesivo legato all’iniziativa.

«Quest’anno – afferma Paolo Bertini, responsabile settore soci e relazioni esterne di Unicoop Tirreno – cercheremo di superare il numero dei 95 negozi coinvolti nel 2015, così come speriamo di incrementare le 68 tonnellate di prodotti raccolti l’anno passato. Il Pane quodiano è diventato per noi un appuntamento di grande importanza, un bel progetto di attivismo sociale che mette in pratica il ruolo istituzionale della Coop: coniugare l’attività d’impresa con l’attività sociale. Unicoop Tirreno vuol sentirsi parte integrante dei territori in cui è presente per migliorare, per quanto possibile, la qualità della vita di chi vive nella comunità». Questo accade giornalmente nei negozi anche con il progetto Buon Fine grazie al quale vengono consegnati alle onlus locali i prodotti cucinati rimasti invenduti oppure che non possono essere riproposti in vendita perché vicini alla scadenza o con le confezioni esterne ammaccate ma perfettamente integri e commestibili. «Entrambi questi progetti – conclude Bertini – danno un grosso contributo alle comunità locali.

Facendo un calcolo approssimativo sulla quantità di prodotti donati lo scorso anno in tutti i territori, divisa per 500 grammi (il peso di un pasto secondo gli standard internazionali) abbiamo dato da mangiare e da bere a 1.500 persone per 365 giorni».