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10 Dicembre 2020
A Siena una squadra di scienziati scopre l’antidoto al Covid-19, ma la ricerca non finisce qui. E Unicoop Tirreno, insieme ad altre Cooperative italiane, promuove questo mese una raccolta fondi a sostegno di questi giovani ricercatori

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di dicembre 2020

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Non sono casuali le scoperte che possono cambiare il corso della storia. Ci vogliono preparazione, impegno e applicazione assidua, ma a fare la differenza è l’intuito. E quello di Rino Rappuoli, microbiologo, tra i più influenti a livello mondiale nel settore dei vaccini, ha indirizzato il gruppo di ricerca senese del Mad Lab di Fondazione Toscana Life Sciences verso la scoperta dell’antidoto al Covid-19. Ma per proseguire e dare continuità al lavoro svolto e per prevenire nuovi pericoli per la salute – altri virus o batteri – è fondamentale il sostegno di tutti. Chi vorrà donare ai ricercatori di Siena, diventando in qualche modo, se non parte del gruppo, almeno un sostenitore, potrà farlo grazie a Unicoop Tirreno e a altre Cooperative di consumo.

Prendere anticorpo
I primi volontari sani sono pronti per testare, all’ospedale Spallanzani di Roma e in altri centri specializzati, gli anticorpi salvavita sviluppati a Siena per la fase 1. Se non ci saranno effetti collaterali gravi, dopo un mesetto circa si passerà alla fase 2, quando gli anticorpi monoclonali prodotti saranno iniettati nei primi pazienti contagiati, anch’essi volontari. «Le fasi di sperimentazione saranno tutte accelerate, rispetto alle normali sperimentazioni, a causa della situazione di emergenza – spiega Claudia Sala, ricercatrice senior del Mad Lab –. Dopo la fase 2, ce n’è una terza prima dell’adozione del protocollo terapeutico che prevede l’allargamento della platea dei destinatari dei nostri anticorpi». L’obiettivo è arrivare a marzo con 200mila dosi che permetteranno di iniziare a curare le persone malate di Covid-19, affiancando il vaccino. I medici valuteranno in quale fase della malattia sarà utile intervenire con gli anticorpi monoclonali, che derivano da un’unica linea cellulare di origine umana.
L’anticorpo più promettente è stato identificato a partire da 4mila cellule B, dopo diverse scremature: nome in codice MAB 0004j08.
Nemico del virus e amico della nostra salute, sarà replicato in centinaia di migliaia di dosi nell’Istituto di biotecnologie Menarini di Pomezia. In questi mesi il lavoro è stato intenso e sfiancante, il gruppo di 17 ricercatori si è dedicato anima e corpo a trovare l’antidoto alla malattia che ha paralizzato il mondo e ucciso oltre 1 milione di persone in tutto il pianeta. «Un gruppo molto giovane, perché si va dai 23 ai 45 anni, con una leggera prevalenza femminile – dice Sala –, eterogeneo come formazione e molto dinamico, per metà impegnato nella lotta al virus, mentre l’altra metà ha ripreso ad occuparsi di batteri resistenti agli antibiotici».
Già, perché se il farmaco è in fase di produzione, la ricerca non finisce qui. I virus, come tutti gli esseri viventi, mutano e anche il Sars-CoV-2 potrebbe farlo e richiedere aggiustamenti nella terapia: «Pur essendo piuttosto conservativo, come virus, rispetto ad altri, quello dell’influenza ad esempio, già possiamo vedere delle mutazioni: in Europa abbiamo una varian-te diversa da quella originaria di Wuhan che, secondo alcune ricerche non ancora validate scientificamente, si diffonderebbe più velocemente», chiarisce Sala.

Tutti a raccolta

È qui che entra in gioco la raccolta fondi di Unicoop Tirreno e di altre Cooperative di consumo e l’invito a donare per la ricerca.

Lo si può fare dal 1° di questo mese

  • con donazioni di denaro o punti coop nei nostri punti vendita,

  • con donazioni di punti coop on line

  • sulla piattaforma on line di Eppela www.eppela.com  

  • con un bonifico sull’Iban IT57I0306909606100000175655.

 

La Cooperativa raddoppierà quanto raccolto e i soldi andranno a sostenere il lavoro di giovani ricercatori talentuosi.

Perché la paura lasci spazio alla speranza.

 

 Abbiamo stanziato 80 milioni di euro per il 2020 e 300 milioni per il 2021 per la ricerca in questi settori. Una parte dei fondi andrà a finanziare anche le ricerche di Toscana Life Sciences. Continueremo a farlo con convinzione, perché qui si gioca un pezzo importante della sfida contro il virus. 
Toscana Life Sciences è un centro d’eccellenza nel campo della ricerca farmaceutica e delle scienze delle vita non solo a livello italiano ma anche internazionale. Quello che mi ha impressionato è il grande lavoro svolto dai ricercatori, la competenza, la professionalità, la passione. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri ricercatori, che stanno dando un contributo importante alla sfida mondiale contro la pandemia. Il nostro paese è in prima linea per le cure anti-Covid. E a Siena, il team del professor Rino Rappuoli, insieme a tutta la squadra di Toscana Life Sciences, sta facendo un lavoro straordinario sugli anticorpi monoclonali. Speriamo di avere presto a disposizione farmaci molto efficaci contro il virus
. Roberto Speranza ministro della salute-(Roberto Speranza, Ministro della Salute)

 

 

Mi piacerebbe dire che una volta che avremo vaccini e anticorpi elimineremo dal pianeta il Covid-19, ma ormai è in ogni angolo. Quindi non sarà facile eliminarlo del tutto, ma credo che riusciremo a fare in modo che non sia più una notizia perché sarà completamente controllato

Rino Rappuoli – scienziato capo per GSK Vaccines a Siena, professore all’Imperial College di Londra e coordinatore del Mad Lab di Toscana Life Sciences – alla consegna del Pegaso d’oro della Regione Toscana lo scorso 12 novembre.

 

Mad Lab
È nato all’interno di Toscana Life Sciences per sviluppare anticorpi monoclonali contro infezioni batteriche o virali, anticorpi che sono più facili da riprodurre a livello industriale rispetto ai vaccini e che rappresentano una risorsa innovativa per la cura di molte malattie, come i tumori. Il laboratorio gode di finanziamenti europei e regionali attraverso la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS).


Ente non profit, TLS ha l’obiettivo di supportare le attività di ricerca nel campo delle scienze della vita, una sorta di aggregatore nel settore delle biotecnologie che ha fatto della sede a Torre Fiorentina (Siena) un luogo all’avanguardia a livello internazionale.
L’Italia è uno dei paesi nei quali non si investe ancora abbastanza in ricerca, solo l’1,4% del Pil. L’obiettivo stabilito dall’Unione Europea del 3%, già superato da Germania e Svezia, è ancora lontano. 

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