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Spina nel fianco di molte famiglie, i mutui possono anche non estinguersi mai. Il caso di quelli in euro indicizzati al franco svizzero della Barclays, nei quali sono incappati migliaia di cittadini, anche in Italia. Ma la trasparenza non è virtù del mondo bancario in generale.
di Virginia Alimenti

Banche nel mirino. Poco trasparenti e nemmeno troppo corrette. È quanto emerge dai casi più recenti. Come nel caso di Banca Popolare di Vicenza finita nel mirino dell’Antitrust per sospette pressioni sulla clientela per far acquistare azioni al momento di sottoscrivere mutui. Già, i mutui. Diventati spina nel fianco di molte famiglie che, quasi per caso, hanno scoperto di essere esposte verso la propria banca di una cifra ben superiore a quella che si sarebbe avuta calcolando i soli interessi.

Cambio di programma

È accaduto con la vicenda dei mutui in euro indicizzati al franco svizzero (Chf) erogati, tra gli altri istituti, da Banca Barclays. Facendo gridare, appunto, alla mancanza di trasparenza quando non a una condotta a dir poco scorretta verso la clientela. Lo spiega Sheila Meneghetti che, lo scorso maggio, ha fondato l’associazione Tuconfin, Tutela Consumatori Finanziari – della quale è vicepresidente – insieme a un’altra vittima, come lei, dei mutui indicizzati, la presidente Franca Berno. Un’associazione nata anche con l’obiettivo di rendere meno onerose le spese per chi decide di rivolgersi alla magistratura: si paga la quota associativa e, in caso di vittoria, il risarcimento è diviso tra tutti i soci. Se si perde, sarà soltanto l’associazione a farsene carico. «Una vera e propria bomba a orologeria che può colpire da un momento all’altro qualcosa come 10mila persone», dice Meneghetti riferendosi alla vicenda mutui indicizzati. Sarebbero, infatti, 10mila i contratti di mutuo sotto accusa stipulati a partire dagli anni Novanta (allora era di scena la lira). Di questi, 5.500 sarebbero stati erogati tra il 2007 e il 2008, soltanto in Italia. Ma la vicenda interessa anche altre banche e riguarda Spagna, Croazia, Ungheria, Austria, per citare solo alcuni paesi. Di cosa si tratta? Ancora Sheila Meneghetti: «In pratica la banca ha venduto un mutuo in Chf nascondendolo dietro a un mutuo in euro. Questa mancata trasparenza ci ha impedito di comprendere il rischio elevato a cui saremmo stati esposti. Dato che la banca, fin dall’origine, ha fissato convenzionalmente i tassi di cambio in suo favore, non ci ha messo mai in condizione di poter estinguere anticipatamente il mutuo senza dover pagare somme di cambio elevate. E ora ci ritroviamo con un mutuo che praticamente non diminuisce mai...».

Sotto banca

Tanto per fare un po’ di cifre: a fronte di un mutuo di 170mila euro chiesto nel 2007, al momento di chiederne l’estinzione anticipata e dopo aver regolarmente pagato tutte le rate mensili concordate, la cifra del capitale da estinguere era diventata (anno 2013) di 188.236,72 euro tra capitale residuo (148.897,02 euro) e rivalutazione. Una “bomba a orologeria”, appunto, perché il meccanismo, non essendo chiarito negli estratti conto, viene scoperto solo in caso di estinzione anticipata. Un rischio, dunque, ma solo per il mutuatario, accusa il senatore Felice Casson nella sua interpellanza presentata lo scorso maggio: «Va altresì sottolineato che la banca, prima di proporre sul mercato questo prodotto finanziario, aveva studiato i grafici storici dell’andamento euro-franco svizzero, dai quali si evinceva chiaramente che nel periodo di vendita degli stessi il tasso di cambio aveva raggiunto i massimi storici e che quest’ultimo sarebbe sicuramente sceso nel medio-lungo termine, con la conseguenza di un aggravio economico per i mutuatari». Così, sono cominciati i ricorsi all’Abf, l’Arbitro bancario finanziario, istituzione nata con l’obiettivo di ridurre tempi, costi e procedure rispetto alla giustizia ordinaria. E sono arrivati gli accoglimenti con conseguenti annullamenti parziali dei contratti contestati mettendo all’indice la clausola che prevede l’obbligo di conversione del mutuo in franchi svizzeri in caso di estinzione anticipata. La cosiddetta clausola vessatoria.

Lotta di class action

Decisioni in favore dei mutuatari, dunque: dall’Abf che cita la Corte di giustizia dell’Unione europea e la Cassazione e valuta come “abusiva” la clausola vessatoria a un’ordinanza del Tribunale di Milano. E anche in Spagna l’associazione Asufin l’ha avuta vinta sulla banca britannica. Che, invece, da parte sua, non sembra intenzionata ad adeguarsi mentre in Europa si organizzano class action. E affida la sua difesa a una nota nella quale precisa che “A seguito del rafforzamento del franco svizzero sull’euro e dei relativi effetti sui mutui indicizzati a tale valuta, Barclays, pur non rilevando criticità nella struttura del prodotto, ha definito alcune opzioni di natura commerciale a favore dei clienti, con l’intento di rispondere alle principali esigenze fino ad ora da quest’ultimi manifestate. La banca ribadisce, infatti, che non vi è mai stata da parte sua alcuna violazione della normativa in tema di trasparenza, né l’adozione di pratiche commerciali contrarie ai principi di buona fede, correttezza e lealtà”. La battaglia continua. In tribunale e a Bruxelles.

 

La risoluzione più adatta
Ecco che cosa fare se si hanno dubbi sul proprio mutuo.
Cominciamo dall’Arbitro bancario finanziario (Abf), al quale ricorrere per la risoluzione stragiudiziale delle controversie: percorso più rapido e senza l’assistenza di un avvocato rispetto al giudizio ordinario. L’Abf ha tre sedi, a Milano (per i ricorrenti con domicilio in Emilia-Romagna, Friuli- Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto); Roma (per Abruzzo, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria e con domicilio all’estero) e Napoli (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia). Contatti: tel. 800196969; sito web: www.arbitrobancariofinanziario.it. I ricorsi possono essere presentati per posta, via fax o utilizzando la Pec (posta elettronica certificata). Dove: Milano, via Cordusio, 5 - tel. 0272424246; Roma, via Venti Settembre, 97e - tel. 0647929235; Napoli, via Miguel Cervantes, 71 - tel. 0817975350.

Per chi si vuole rivolgere alle associazioni dei consumatori.
Adusbef (Utenti servizi bancari, finanziari e assicurativi): www.adusbef.it - tel. 064818632/3.
Inoltre, Federconsumatori: www.federconsumatori.it - tel. 06 42020759/63.
Movimento Consumatori: www.movimentoconsumatori.it - tel. 064880053.
Codacons: www.codacons.it - tel. 892007.