Che cosa significa difendere davvero il potere d’acquisto di soci e consumatori? Come si tengono insieme qualità e risparmio? Che cosa comporta questo per la Cooperativa? Il suo impegno, odierno e prossimo venturo, in un contesto economico, sociale e politico che non permette di abbassare la guardia.
L’incubo bollette, lo spettro di spese impreviste e insostenibili, le incognite della guerra in Ucraina, gli strascichi e l’ombra sinistra del Covid, la scure dell’inflazione, tutto concorre, nelle fotografie scattate da diversi rapporti, dal Censis all’Istat, al Rapporto Coop, che analizza Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani, a ridurre i consumi o a pensare di farlo. «L’anno che sta per finire non si farà rimpiangere: lascia gli italiani un po’ più poveri, con problemi sociali irrisolti e una crisi economica ed energetica ancora in corso... Non occorre continuare la lista. E l’anno che verrà non si annuncia più roseo, anche per la Grande Distribuzione – esordisce Piero Canova, direttore generale di Unicoop Tirreno –. A causa dell’inflazione e dell’incremento dei costi energetici, il nostro conto economico mostra, da un’analisi disponibile ad oggi, un risultato commerciale (margine operativo) in controtendenza rispetto alla costante crescita degli ultimi anni. In particolare, la nostra scelta di non riversare completamente sui prezzi di vendita l’inflazione all’acquisto, quindi di difendere il portafoglio delle famiglie, ha determinato una consistente riduzione del margine e di conseguenza la regressione del risultato commerciale.
Ciò nonostante, è un fatto che oggi Unicoop Tirreno sia un’impresa solida, ben patrimonializzata e impegnata nell’ammodernamento della rete di vendita, per renderla anche più sostenibile, con investimenti comunque ingenti. Gli effetti prodotti dal piano di cambiamento aziendale avviato nel 2017 si inseriscono, però, in un contesto esterno economico, sociale e politico che non ci permette di abbassare la guardia», precisa Canova.
Senso di marca
E, infatti, i dati e le analisi degli economisti non fanno intravedere prospettive di miglioramento per il prossimo anno: i consumi non “tirano” a causa di un minor potere d’acquisto delle famiglie. «Unicoop Tirreno ha investito e continuerà a farlo per difenderlo. Ricordo solo la grande campagna d’autunno La spesa che ripaga con cui, acquistando una selezione di prodotti fondamentali nella vita quotidiana, il socio ha ricevuto sulla sua carta SocioCoop un bonus del 25% dell’importo che ha potuto usare per la spesa successiva di tutti gli altri prodotti Coop. Così e in altri modi abbiamo cercato di contenere i prezzi, continuando a investire nelle produzioni italiane, per un giusto equilibrio tra le necessità dei produttori, colpiti anche loro dal carovita, e il dovere di non far ricadere sui consumatori tutto il peso degli aumenti, come dicevo.
Ma il loro potere d’acquisto è stato attaccato pesantemente altrove: servizi, tariffe, prezzi dei carburanti ecc. Una situazione difficile, nuova, o meglio che si ripresenta nuovamente, con poche speranze di ripresa nell’immediato futuro», dice Canova. Nonostante questi tempi incerti, dall’ultimo Rapporto Coop emerge che la cosiddetta “marca del distributore” piace sempre di più ai consumatori, con una quota di mercato che nel 2022 ha sfiorato il 30%.
In Unicoop Tirreno il prodotto Coop rappresenta non da ora ben oltre il 30% delle vendite. «È il tratto peculiare della nostra offerta e la fusione di tutti i nostri valori, puntarci si sta rivelando una giusta strategia – secondo il direttore generale –, con la revisione e l’arricchimento di tutta l’offerta, mantenendo la qualità, aumentando la varietà e quindi l’articolazione dei prezzi. Sono già stati riformulati 1.600 prodotti e molti altri lo saranno nel prossimo anno, per un totale di 5mila, con grandi possibilità di risparmio per chi fa la spesa da noi».
Lo stretto necessario
In attesa di riforme serie e profonde da parte del nuovo Governo, in quest’inverno dei consumi non resta che fare di necessità virtù. E nella necessità dettata dalla situazione economica attuale c’è, verrebbe da dire, un aspetto “morale”: distinguere ciò che serve davvero dall’inutile, un nuovo stile di vita che, secondo gli esperti, andrà oltre questa congiuntura economica perché arriva nel solco di altre sensibilità fiorite in anni più fortunati, come quella verso la qualità intrinseca di un prodotto, cioè la sua bontà e salubrità, e verso la qualità sociale, cioè la sua origine e come viene fatto. Consumare meno, ma non rinunciare ai beni primari che devono restare di qualità.
E così, costretti a sborsare molto di più che in passato per elettricità, gas, acqua ecc., si spende meno per vestirsi e per il tempo libero, ma il cibo non si tocca: sono 24 milioni e mezzo, secondo il Rapporto Coop, gli italiani che prevedono di ridurre la quantità, ma non di rinunciare alla qualità, che significa, soprattutto, prodotti italiani e rispettosi della natura. Sarà davvero il modello di consumo del futuro? «Difficile a dirsi, ma su questo Coop può svolgere un ruolo in linea con la sua tradizione di educazione al consumo consapevole, le sue campagne per la qualità dei prodotti e contro gli sprechi, per l’ambiente, aiutando le persone a riconoscere il giusto valore a ciò che acquistano», risponde Canova che rassicura soci e consumatori: «anche nel 2023 saremo impegnati con iniziative chiare e incisive sul versante dei prezzi, con lo sguardo fisso sulla qualità».
Un modo concreto di stare vicino alle famiglie? 1.600 nuovi prodotti Coop, che arriveranno il prossimo anno a 5mila: maggiore varietà di gusti e di prezzi, qualità di sempre. E in Unicoop Tirreno il prodotto a marchio già oggi rappresenta ben oltre il 30% delle vendite.