Le scelte di Coop

  Aggiungi ai preferiti
7 Maggio 2016
I primi risultati della collaborazione stretta da Unicoop Tirreno con Coop Alleanza 3.0; le ragioni e gli obiettivi della nuova rete in franchising.
di Aldo Bassoni

Come abbiamo spesso riferito nelle pagine di questo giornale, i soci sanno benissimo che la Cooperativa in questi ultimi anni si è impegnata in un’azione efficace di risanamento dei risultati economici compromessi dalle perdite costanti di alcuni punti vendita tra cui in primo luogo, anche se non unici, quelli della rete campana e di una parte del Lazio. Non a caso, quest’anno si vedranno i benefici di quest’opera di risanamento in un bilancio che finalmente nel 2016 tornerà in attivo.

In collaborazione

Negli ultimi numeri di Nuovo Consumo abbiamo raccontato l’evoluzione di un proficuo accordo tra la Unicoop Tirreno e Coop Alleanza 3.0, (nata dall’unificazione di 3 cooperative del Distretto adriatico) che ha permesso di trasferire i punti vendita Campani più grandi e 2 grandi strutture del Lazio a una nuova società, Distribuzione Centro Sud, rendendo così percorribile la strada del risanamento senza abbandonare il territorio e mantenendo ben salda la presenza dell’insegna Coop in quelle zone. L’alleanza si è poi estesa all’Umbria e al resto del Lazio dove opera un’altra società nata anch’essa dalla collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e in cui Unicoop Tirreno mantiene una quota importante. Ebbene, alcuni negozi non sono potuti rientrare in questa riorganizzazione della rete di vendita per ragioni di dimensione e di mercato. Per loro la Cooperativa ha trovato un’altra soluzione: il franchising.
I punti vendita interessati da questa operazione sono 5: Formia, Cisterna di Latina, Terracina, Frosinone e Fiuggi, tutti in perdita da tempo, ma non per questo da abbandonare o chiudere. La strada del franchising con operatori privati prevede naturalmente il passaggio anche dei dipendenti alle stesse condizioni contrattuali e con un impegno preciso a tutela dei livelli occupazionali, tanto più che la Cooperativa s’impegna ad assorbire gli eventuali esuberi che dovessero verificarsi durante il passaggio. Anche il marchio Coop resterà al suo posto, chiaro e indelebile e, soprattutto, i soci e i clienti continueranno a trovare un vasto assortimento di prodotti a marchio e numerose offerte loro riservate. «Come si vede, non si tratta di una soluzione improvvisata e precaria, anche perché da quasi 2 anni Unicoop Tirreno sta sviluppando una rete di affiliati in franchising che il mese scorso si è arricchita di altri 4 nuovi punti vendita nella città di Roma», precisa Massimo Lenzi, direttore attività caratteristica di Unicoop Tirreno.

Rete di relazioni

E qui è forse opportuno raccontare un po’ la storia di questa nuova rete di vendita, com’è nata, come sta andando, quali i vantaggi per la Cooperativa e cosa cambia per i soci. I primi negozi in franchising risalgono a giugno 2014, cioè a quasi 2 anni fa. Poi ne sono arrivati 7 nel 2015 e alla fine di quest’anno saranno almeno 20. Ad oggi i negozi aperti in franchising sono 14. Ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri nelle prossime settimane e mesi. Di questi, 3 sono aperture ex novo, gli altri sono negozi che hanno soltanto cambiato insegna affiancando alla loro quella Coop. Come stanno andando? «Quelli che hanno cambiato insegna vanno da bene a molto bene nel senso che hanno cambiato il trend di andamento delle vendite con casi di crescita a doppia cifra rispetto a prima – risponde Carmelo Nanì, responsabile divisione franchising –. Generalmente si tratta di negozi che venivano da grosse sofferenze. Complessivamente, per quanto ci riguarda, possiamo dire che è un bilancio positivo». Il vantaggio per la Cooperativa è prima di tutto essere presente in territori dove prima non era, con un investimento relativamente modesto. Ovviamente abbiamo anche un ritorno economico da questa attività – prosegue Nanì –. Le promozioni commerciali sono le stesse della rete supermercati con la medesima cadenza e identico volantino pubblicitario e, da gennaio, i soci trovano anche le offerte a loro riservate». L’idea di Coop è di mettere insieme le sue forze con quelle dell’imprenditore. «I punti di forza degli imprenditori (per esempio, spesso sui reparti freschi assistiti) saranno mantenuti e valorizzati – precisa Nanì –. Riguardo alle garanzie su sicurezza e qualità, se i prodotti non provengono dai nostri fornitori, l’inserimento in assortimento è subordinato alle nostre verifiche che, com’è noto, sono molto rigorose e puntuali».

 

Che cos’è il franchising
Il franchising, definito anche affiliazione commerciale, è una formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione di servizi e/o beni, indicata per chi vuole avviare una nuova impresa usufruendo di format già sperimentati e affermati sul mercato. Il franchising è, infatti, un accordo di collaborazione che trova da una parte un’azienda con una formula commerciale consolidata (affiliante o franchisor) e dall’altra una società o un singolo imprenditore (affiliato o franchisee) che aderisce a questa formula. L’azienda madre, che può essere un produttore o un distributore di prodotti o servizi di una determinata marca o insegna, concede all’affiliato, in genere rivenditore indipendente, il diritto di commercializzare i propri prodotti e/o servizi utilizzando l’insegna dell’affiliante oltre ad assistenza tecnica e consulenza sui metodi di lavoro. In cambio l’affiliato si impegna a rispettare standard e modelli di gestione e produzione stabiliti dal franchisor. In genere, tutto questo viene offerto dall’affiliante all’affiliato tramite il pagamento di una percentuale sul fatturato (royalty) insieme al rispetto delle norme contrattuali. Il franchising è disciplinato in Italia dalla Legge 6 maggio 2004, n. 129.