La voce della Luna

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19 Luglio 2019
20 luglio 1969 - 20 luglio 2019: mezzo secolo dallo sbarco dell’uomo sulla Luna. Ma i viaggi non finiscono qui...

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di luglio 2019

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A volte eventi salienti della storia dell’umanità e le loro ricorrenze si combinano in modo insolito sull’asse del tempo. È quanto succede in questi primi mesi dell’estate, commoventi, esaltanti: il 75esimo anniversario dello sbarco degli alleati in Normandia, il 6 giugno del 1944, lascia il posto il 20 luglio alla celebrazione di un altro sbarco, quello del primo uomo sulla Luna, cinquant’anni fa.

“Che fai tu, luna, in ciel?” O meno poeticamente: come sei fatta? Sei abitata? Come arrivare a te? Dalle rocambolesche avventure del bizzarro barone di Münchhausen alle peripezie di Hans Pfaall (personaggio di Edgar Allan Poe) fino alla prima odissea cinematografica nello spazio di Georges Méliès, Voyage dans la Lune (ispirato ai romanzi di Jules Verne e H. G. Wells) la voce della Luna ha incantato e fatto sognare chi la guardava dalla Terra.

Era il 20 luglio del 1969 quando il sogno diventò realtà. E 4 giorni dopo gli astronauti tornano sulla Terra per raccontarlo. Alle 16.35 – orario di Greenwich – la capsula Columbia, con 3 uomini a bordo, accarezzò, a ben 39mila chilometri orari, i primi strati dell’atmosfera terrestre; alle 16.50, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins toccarono Terra e la portaerei americana USS Hornet li recuperò.

Tutto era cominciato il 12 settembre del 1962 quando un giovane presidente, John Fitzgerald Kennedy (JFK) promise la Luna agli americani, in un misto di stupore ed esaltazione: «We choose to go to the moon (Scegliamo di andare sulla luna, ndr) – dichiarò JFK in un discorso rimasto nella storia – non perché è facile, ma perché è difficile».
Si trattava, infatti, di un’impresa, considerando che allora gli Stati Uniti cumulavano solo qualche ora di volo fuori dall’atmosfera terrestre. 7 anni dopo, quando Armstrong il primo passo sulla Luna lo fece davvero, JFK non era lì a vederlo – il 22 novembre del 1963 fu assassinato a Dallas, proprio a pochi chilometri dal centro di controllo della missione Apollo XI –. Lo videro, invece, seicento milioni di telespettatori sparsi in tutto il mondo nella notte magica del 21 luglio; quelle ore di trasmissione quasi certamente rappresentano lo zenit della prima fase del sogno tecnologico dell’uomo moderno, come qualcuno ha scritto.

E il sogno continua... La Luna sarà presto l’avamposto spaziale da cui spingere l’uomo dopo il 2030 ancora più lontano nello spazio: su Marte.