La lista rossa

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Nella Red List dell’Unione mondiale per la conservazione della natura tante le specie che rischiano l’estinzione.
di Mario Tozzi

Il panda gigante, simbolo di tante battaglie per la tutela e la conservazione dell’ambiente (e Wwf internazionale), è salvo. Almeno in apparenza. Da Endangered (minacciato), oggi è diventato Vulnerable (suscettibile di essere minacciato e dunque vulnerabile), cioè declassato da una categoria di minaccia maggiore ad una minore da parte dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, un’organizzazione internazionale che, per conto delle Nazioni Unite, gestisce la cosiddetta Red List delle specie minacciate di estinzione al mondo. Attualmente la lista rossa include l’analisi di 82.954 specie viventi delle quali 23.928 risultano minacciate di estinzione: una cifra enorme, a pensarci bene.

Nel caso del panda gigante si sottolinea come la popolazione sia cresciuta del 17 per cento dal 2004 al 2014, quando un censimento promosso dal Governo cinese ha stimato la presenza di 1.864 panda giganti in natura nelle foreste della Cina. Senz’altro una buona notizia che dimostra come l’approccio integrato alla conservazione permetta di ottenere grandi risultati. Ma bisogna guardare bene i dati e considerare che una specie non è salva se non viene salvaguardato anche il suo habitat, pena una lista di specie sopravvissute, ma virtualmente estinte. Il panda gigante riesce a incrementare i suoi numeri solo grazie allo sviluppo di un network integrato di riserve naturali e alla creazione di corridoi naturali che consentono il collegamento tra le popolazioni isolate. Così le riserve del panda salgono a 67 e ora proteggono quasi i 2/3 della popolazione ancora vivente di panda selvatici, contribuendo a salvaguardare ampie fasce di foresta di bambù di montagna, cioè il loro habitat. Queste foreste, oltre a essere fonte di alimentazione del panda, ospitano innumerevoli altre specie e forniscono servizi naturali come, ad esempio, lo stesso approvvigionamento idrico, per decine di milioni di persone che vivono lungo le valli dei fiumi.

Ma dalla lista rossa arrivano anche cattive notizie: 4 specie di grandi scimmie su 6 sono attualmente in pericolo di estinzione, primo fra tutti il gorilla orientale (Gorilla beringei; Eastern Gorilla), che consta di 2 sottospecie (di Grauer e di montagna), e che ha subìto un declino del 70 per cento in 20 anni, passando da Endangered a Critically Endangered. Anche il gorilla occidentale, l’orango del Borneo e quello di Sumatra sono Critically Endangered, vicini purtroppo all’estinzione, minacciati dal bracconaggio e della distruzione dell’habitat. Non se la passano bene nemmeno lo scimpanzé e il bonobo detto anche scimpanzé pigmeo, classificati come Endangered. Quest’ultimo, peraltro, è il vivente geneticamente più vicino alla specie Homo sapiens, ma sono tutte le grandi scimmie, i nostri parenti più prossimi, a essere sul punto di sparire dal pianeta sul quale ci hanno aperto la strada.