La via della seta

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7 Settembre 2017
Dalla seta un nuovo modo di conservare la frutta. Perché arrivi più tardi possibile alla frutta.
di Patrice Poinsotte

Sfruttando le proprietà della seta, un gruppo d’ingegneri biomedici americani è riuscito a frenare l’azione purulenta del tempo su un frutto scintillante. Coordinati da due italiani, Fiorenzo Omenetto della Tufts University di Boston e Benedetto Marelli del Mit, gli scienziati hanno trovato, infatti, un’ingegnosa alternativa ecologica ai complessi e costosi metodi di refrigerazione.

Quale?
Avvolgere la frutta con una soluzione contenente della fibroina, la proteina che rende la seta così resistente. Una nuova tecnica di conservazione alimentare in grado perciò di dare una mano nella lotta contro lo spreco alimentare. Era tempo. Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, circa la metà dei raccolti di frutta e verdura nel mondo viene persa durante il trasporto, la trasformazione e la conservazione. Ma c’è dell’altro perché quest’innovazione potrebbe anche fermare la dannosa proliferazione della plastica. Quello che suggeriscono i ricercatori è tutto sommato abbastanza semplice: basta inzuppare il cibo nello schermo protettivo biocompatibile e poi lasciare stabilizzare i cristalli della pozione a temperatura ambiente. E senza tracce. La miscela, infatti, non rilascia odori tanto la pellicola di seta è fine; 30 millesimi di millimetro (un quarto del diametro di un capello) bastano per proteggere la vivanda e mantenere la sua freschezza per più di una settimana, senza mai dover fare ricorso alla refrigerazione.

Una scoperta che i ricercatori hanno testato su alcune fragole fresche immergendole nella soluzione. Dopo 7 giorni fuori dal frigo quelle non trattate erano da buttare via, mentre quelle protette dallo scudo di seta avevano mantenuto il loro bel colore e la consistenza carnosa. Ripetuto sulle banane, il test ha avuto lo stesso esito positivo, che gli scienziati spiegano così: isolando la frutta dall’ossigeno e dall’anidride carbonica, la seta ne ha impedito la disidratazione e il deterioramento. Insomma di arrivare alla frutta.

È come se, per qualche giorno, il tempo fosse sospeso su un filo... di seta.