Il sapore della libertà

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5 Novembre 2019
Appunti di viaggio a San Giuseppe Jato, per il campo di E!State Liberi in Sicilia di un gruppo di soci della Sezione soci San Vincenzo-Venturina e di Riotorto. Per conoscere da vicino quanto di buono nasce dai terreni confiscati alle mafie.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di novembre 2019

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Dal 16 al 22 settembre si è svolto a San Giuseppe Jato (PA) il campo di E!State Liberi in Sicilia con Libera e Libera Terra, promosso dalla Sezione soci Coop di San Vincenzo-Venturina e di Riotorto. In 11, tra socie e soci, abbiamo partecipato a un’esperienza di impegno e conoscenza di quanto stanno realizzando il Consorzio Libera Terra Mediterraneo e le cooperative siciliane aderenti: valorizzare beni e terreni confiscati alla mafia, creare un circuito socioeconomico virtuoso e sostenibile, l’opposto di quello mafioso, collaborare con Coop, da sempre sostenitrice di questo Consorzio, di cui vende i prodotti in tutta Italia.

6 giorni intensi e ricchi di emozioni, durante i quali abbiamo conosciuto persone appassionate che fanno del ricordo delle vittime di mafia un impegno di verità storica, per la giustizia sociale, per costruire relazioni umane solidali. Alla cantina sociale del Consorzio Libera Terra Mediterranea, nelle campagne del Comune di San Cipirello (PA), abbiamo incontrato l’amministratore delegato Valentina Fiore.
Il Consorzio nasce nel 2006, il marchio è registrato e proprietà dell’associazione Libera, formato da 9 cooperative sociali, tra i loro scopi il coinvolgimento di persone svantaggiate. Fondamentale il contributo dell’agenzia di Lega Coop Cooperare con Libera Terra.
«Siamo consapevoli che gestiamo beni diventati pubblici – ci dice Valentina –, sottratti a chi li usava per opprimere e vessare popolazioni e territori. Confiscare beni ai mafiosi significa togliere loro strumenti di creazione e gestione del consenso. Il nostro obiettivo – prosegue – è un giusto rapporto qualità-prezzo, dimostrare che si può produrre alimenti di qualità, nel rispetto di leggi e regolamenti, con lavoro regolare e nel rispetto dell’ambiente, producendo bio».

Al termine del viaggio le parole di Silvana Pratesi, presidente della nostra Sezione soci, rappresentano il pensiero di tutti: «tornati a casa è importante riflettere e far decantare le emozioni, per poi essere in grado di raccontarle, perché il racconto puro e semplice dei fatti non basta, ciò che conta è la trasmissione del vissuto. Con questo viaggio ci assumiamo la responsabilità – sottolinea – di “riportare” ciò che abbiamo conosciuto, come primo riconoscimento sia verso le vittime di mafia che verso chi si è impegnato, e continua a farlo, per costruire una società diversa, libera dalle mafie».

 Enzo Chioni, membro della delegazione e del Comitato Direttivo della Sezione soci San Vincenzo-Venturina.

 

Alcune foto scattate dalla delegazione in visita