Il nostro cammino

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5 Ottobre 2017
In vista dell’Assemblea delle cooperative di consumatori di dicembre, Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop, fa il punto su cose e progressi fatti, progetti in campo, cambiamenti intervenuti nel mercato e nel paese, a due anni e mezzo dalla sua elezione
di Serena Wiedenstritt

A dicembre saranno passati 2 anni e mezzo dall’assemblea dell’aprile 2015, che a Firenze elesse Stefano Bassi alla presidenza di Ancc-Coop. Sarà l’occasione per fare il punto su quanto accaduto in questo periodo, le cose fatte, i passi avanti e i cambiamenti intervenuti nel mercato e in Italia.

Stefano Bassi anticipa qui alcuni dei temi che saranno toccati dall’Assemblea delle cooperative di consumatori, in programma a dicembre, a Roma.

In quale contesto avvenne la sua elezione?
«La rappresentanza nel mondo della cooperazione di consumo nel 2015 veniva da un periodo caratterizzato da divisioni. A Firenze trovammo il modo e le energie per ricostruire un patto associativo forte, necessario al momento e che si sarebbe rivelato ancora più necessario, visti gli eventi che hanno toccato in questi anni la cooperazione. Fu l’occasione per individuare obiettivi e percorsi comuni, necessari per far fronte ai cambiamenti del mercato, alla crisi dei consumi e al rilancio del ruolo di Coop».

Cos’è successo in questi 2 anni?
«Siamo stati sotto attacco su diverse questioni. Ha pesato l’impatto negativo delle vicende giudiziarie che hanno travolto alcune grandi cooperative del paese. Abbiamo assistito anche a tentativi di intaccare la reputazione della cooperazione soprattutto sul Prestito Sociale, uno dei temi per noi prioritari e su cui siamo costantemente al lavoro, accogliendo in modo positivo le novità introdotte, all’inizio del 2016, dalla Banca d’Italia. La crisi aziendale di Unicoop Tirreno, che stiamo gestendo con il grande impegno – e consistenti investimenti – di tutto il mondo della cooperazione di consumo, e le ristrutturazioni al Sud, necessarie per mantenere l’occupazione, sono altri due temi cruciali. Un altro tema forte è quello del lavoro, del contratto nazionale e degli integrativi aziendali».

Un periodo complicato che, però, ha visto la Coop sempre propositiva. In che modo?
«Innanzitutto i bilanci 2016, in termini di riduzione dei margini, portano il segno di azioni concrete a tutela del reddito dei consumatori, essenziali dal punto di vista della missione cooperativa. Abbiamo lavorato su alcune campagne a favore dei consumatori che esprimono i nostri valori e che sottolineano la qualità e la differenza della Coop rispetto ai concorrenti. Campagne rese possibili grazie a una rete di alleanze che abbiamo stretto al nostro interno e con importanti attori esterni, come istituzioni, imprese e università. Fra queste, la campagna Buoni e giusti volta a promuovere l’eticità delle filiere ortofrutticole a rischio, attraverso il rispetto da parte di tutti i fornitori Coop di un codice etico che assicura che la produzione sia avvenuta in condizioni di legalità. Sul fronte della salute pubblica siamo impegnati in questi mesi nella campagna Alleviamo la salute, per garantire il benessere animale, ridurre e, quando possibile, eliminare l’uso di antibiotici negli allevamenti».

A livello politico e istituzionale, come valuta il lavoro svolto in questa legislatura?
«Come associazione di rappresentanza, il lavoro con il governo e le istituzioni è importante. Abbiamo registrato alcuni risultati positivi, ad esempio, con la legge sullo spreco, che offre alle cooperative nuove opportunità per combattere lo spreco alimentare. Siamo rimasti delusi, invece, dalla legge sulla concorrenza: dal nostro punto di vista, il provvedimento vede il mercato ancora troppo poco liberalizzato in alcuni settori chiave per il cittadino, come quello dei farmaci».

Quali saranno gli scenari futuri?
«Il mercato sta cambiando, aumenta la competizione sui prezzi. La Grande Distribuzione vede la crescita dei discount anche in virtù di una mutata qualità delle loro prestazioni. Assistiamo inoltre a dinamiche di aggregazione piuttosto complesse, che nei prossimi mesi e anni sono destinate a cambiare gli scenari. Per questo sappiamo che il primo posto che abbiamo nelle quote di mercato in Italia potrà essere conservato solo se la cooperazione di consumo saprà mantenere la sua identità, attraverso un processo di ristrutturazione e di rinnovamento. Un momento storico che può essere paragonato agli anni Ottanta: una fase che ha visto una crisi tramutarsi in opportunità, che le cooperative di consumatori hanno saputo sfruttare grazie a una profonda innovazione. Quello che ci viene chiesto oggi è di avere una visione imprenditoriale e sociale di lungo termine, un pensiero strategico e di mettere in campo azioni tempestive e coerenti, per produrre ricchezza attraverso la gestione commerciale. Questo è il nostro scopo mutualistico: offrire a soci e consumatori prodotti e servizi di qualità alle migliori condizioni di mercato».