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3 Agosto 2016
Cuore di Coop per l’Ecuador distrutto dal terremoto. Una mensa seme di speranza e tanti progetti per ridare un futuro alle popolazioni colpite. Continuate ad aiutarci.
di Aldo Bassoni

A 3 mesi dal terribile terremoto che lo scorso 16 aprile ha causato quasi 600 morti, in Ecuador rimangono ancora paura e difficoltà tra la popolazione. Ma qualcosa si muove. «Ci troviamo a Portoviejo in una delle opere più significative di questa città in questo momento così difficile e drammatico dopo il terremoto – racconta Stefania Famlonga responsabile progetti Avsi in Ecuador –. Grazie anche all’aiuto dei soci di Unicoop Tirreno e a tutti coloro che hanno sostenuto la campagna, Avsi sta lavorando per dare un supporto a 700 famiglie sostenute a distanza, identificare le scuole e i centri da riabilitare, rimuovere le macerie e ripristinare l’accesso all’acqua nelle zone colpite. In modo particolare saranno realizzati 3 diversi interventi». Anzitutto aiuto alle 700 famiglie che fanno parte del programma sostegno a distanza che vivono nelle aree rurali prossime alla città.

«Fortunatamente nessun bambino dei 700 accompagnati attraverso il programma del sostegno a distanza ha riportato ferite gravi a causa del terremoto – rassicura Famlonga –, anche se molti sono rimasti senza casa. I 2 centri educativi costruiti nella zona da Fondazione Avsi hanno riportato alcuni danni ma la struttura portante è rimasta intatta». Il Governo sta concentrando i propri interventi a Portoviejo lasciando scoperte le aree peri feriche della città, per questo Avsi vuole intervenire nelle zone rurali scoperte dove i principali problemi sono la scarsità di beni di prima necessità, come acqua e generi alimentari, l’instabilità di case e capanne che, pur non essendo crollate, devono essere ricostruite, la mancanza di lavoro e il grave problema della migrazione interna al paese dalla zona rurale alla città nella speranza di trovare maggiori opportunità e aiuto. Inoltre, Avsi, in accordo con il Governo locale, si concentrerà nella città di Portoviejo per ripristinare i centri educativi, come mense, scuole primarie, secondarie e centri ricreativi, per bambini e adolescenti della città.

«Con questo intervento si vogliono garantire luoghi di crescita e speranza per i bambini sopravvissuti perché la vita possa riprendere nel più breve tempo possibile la sua normalità», spiega Famlonga. Inoltre, insieme al Governo, Avsi sta identificando i centri educativi che hanno subito danni, facendo una stima dei costi per ripristinare le strutture (compreso le attrezzature) e sta selezionando gli interventi prioritari. «Sempre nella città di Portoviejo, Avsi metterà a disposizione un fondo per aiutare le famiglie che si trovano in una situazione di estremo bisogno – conclude Famlonga –. Questo fondo sarà destinato a sostenere quella parte di popolazione che vive in case semplici fatte con materiale povero, legno e canne di bambù, che ancor prima del terremoto faceva parte della fascia di popolazione più povera».

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