Giornata mondiale dell’acqua: come avere un impatto sul risparmio idrico

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21 Marzo 2022
Il 22 marzo è una giornata importante: si tratta della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Un momento cruciale per riflettere sulle nostre risorse idriche e sul fatto che l’agricoltura utilizza il 70% dei prelievi di acqua dolce disponibile per l’irrigazione e causa il 92% dell'impronta idrica dell'umanità.

Non tutti i cibi però hanno lo stesso impatto ambientale: alcuni hanno conseguenze sull’ambiente in maniera molto più potente di altri. Come ha evidenziato il rapporto Fao SOFA 2020, nel modo 3,2 miliardi di persone vivono in aree agricole caratterizzate da carenza d’acqua elevata o molto elevata, di cui 1,2 miliardi (circa un sesto della popolazione mondiale) in aree dove la scarsità idrica è estrema. Dati importanti che spingono alla riflessione e alla consapevolezza che scegliere un’alimentazione sostenibile avrebbe un impatto positivo sulla disponibilità di acqua. Un pasto sostenibile, infatti, richiede all’incirca 1.000 litri di acqua rispetto ai circa 3.000 di un menù scelto senza tenere in considerazione questa variabile. Cambiando le nostre abitudini e seguendo una dieta attenta all’ambiente l’impronta idrica potrebbe essere notevolmente ridotta.

Risparmio idrico: cosa possiamo fare nel quotidiano per aiutare l’ambiente?

Nella nostra quotidianità possiamo fare molto per risparmiare acqua, partendo da una scelta degli alimenti che tenga in considerazione la cosiddetta water footprint (o impronta idrica). Con questo termine si intende, nello specifico, il volume totale di acqua dolce impiegato durante l’intera catena di produzione.

I ricercatori del Water FootPrint Network, hanno elaborato una metodologia per calcolare questo dato, ottenuto dalla somma di tre componenti:

1. Green water: la quantità di acqua piovana evapotraspirata dal suolo e dalle coltivazioni;

2. Blue water: le acque di superficie (corsi d’acqua, falde) che vengono impiegate lungo la filiera e non restituite al terreno;

3. Grey water: l’acqua inquinata dalla filiera, calcolata a partire dal volume che sarebbe necessario per ripristinare l’equilibrio ecologico e gli standard di qualità naturali.

Quanta acqua serve per produrre gli alimenti che consumiamo quotidianamente? Per un chilo di verdura servono 336 litri di acqua, per un chilo di legumi essiccati ne servono circa 4.615, per un chilo di carne di maiale 6.299 e addirittura 15.139 litri per produrre un chilo di carne di manzo.

Quello che possiamo fare è quindi bilanciare il più possibile gli alimenti durante i pasti, limitando la frequenza degli ingredienti più impattanti per l’ambiente a favore di quelli più sostenibili, per risparmiare ingenti quantità d’acqua.

Prendere parte a un cambiamento globale è quindi possibile, a partire dalla tavola.