Calcio, fosforo, proteine di alta qualità e vitamine, in particolare la A, la D e alcune del gruppo B (B2 e B12); una componente lipidica particolare, costituita da diverse molecole dalle interessanti proprietà nutrizionali: tra le più note l’acido vaccenico e alcuni acidi grassi polinsaturi chiamati acidi linoleici coniugati (Cla). Quest’ultimi sono già da molti anni oggetto di numerose ricerche, soprattutto per il ruolo che sembrano avere nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e di alcune forme tumorali. Proprio per questo motivo sono numerosi anche gli studi sull’alimentazione degli animali, volti a identificare strategie che ne aumentino il contenuto nella carne e nel latte di quelli ruminanti (bovini, capre e pecore), che ne rappresentano la principale fonte naturale. Ci sono poi una serie di sostanze, i peptidi ad azione bioattiva, che possono svolgere un ruolo importante in numerosi processi coinvolti nella protezione da diverse malattie. Ad onor del vero, molte di queste proprietà devono essere ancora provate da studi clinici sull’uomo. Queste alcune delle caratteristiche nutrizionali di pregio del latte.
Nel processo che lo rende conservabile per più tempo rispetto a quello fresco pastorizzato il latte viene trattato a temperature alte (135-145°C) per pochi secondi. Nel guadagnare in conservabilità (da qualche giorno per il latte fresco pastorizzato a 4 o più mesi per l’Uht), si perdono alcuni nutrienti, in particolare quelli che temono di più il calore: le vitamine, in particolare la A, e seppure in misura minore l’acido folico e la vitamina B12 le sostanze nutritive più penalizzate.
Il buon senso e la consapevolezza sono d’obbligo quando si tratta di scelte di consumo: il latte Uht può rappresentare una più che adeguata scelta per averne sempre a disposizione in casa. Soprattutto se consideriamo che le linee guida ne raccomandano, insieme allo yogurt, un consumo quotidiano, dando la preferenza alle varianti a ridotto contenuto di grassi (come, ad esempio, quello parzialmente scremato), perché rappresenta una delle fonti più significative di calcio nell’alimentazione di adulti e bambini. E soprattutto se consideriamo che, come le linee guida stesse raccomandano, è necessario evitare di consumare quantità eccessive di formaggi e latticini e troppo spesso.