Un’autentica falsità

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2 Novembre 2017
Meno residui di antibiotici e di altri farmaci nei prodotti di origine animale, mentre sul fronte dell’agropirateria l’ultimo rapporto del Ministero della Salute segnala più di 1.000 tonnellate di merce falsa sequestrata. Come e perché nei controlli e nella lotta alle frodi siamo un paese modello. Ma sulla sicurezza alimentare guai ad abbassare la guardia, anche sul web.
di Claudio Strano

Alcuni mulini, in Italia, pur essendo di piccole dimensioni, stanno investendo nello spettrografo di massa ad alta risoluzione: un costoso strumento che identifica le sostanze sconosciute e garantisce che quel che viene acquistato, e che poi finirà sulle nostre tavole, corrisponda a quanto dichiarato. È un esempio di come si spostano le frontiere dell’autenticità e della prevenzione del rischio alimentare, ma anche di come nel nostro paese sia diffusa una cultura della qualità che abbraccia tutela dei prodotti e della salute e controlli.

Sotto massima sorveglianza
La guardia è tenuta sempre molto alta e trova riscontro nel Piano nazionale integrato (Pni) per la sicurezza alimentare e per la lotta alle frodi e alle contraffazioni. Ma laddove il pubblico non arriva, il privato o la cooperazione si attivano. Anche per questo, secondo gli esperti, l’Italia è un paese guida in tema di sicurezza alimentare, con leggi avanzate e una rete di sorveglianza senza eguali al mondo. Gli ultimi dati del Pni paiono confermare questo primato che restituisce più serenità ai consumatori in un panorama in cui – dalle uova con residui di Fipronil ai lotti di ricotta contaminati dal batterio Listeria – gli allarmi nel piatto si susseguono. «I risultati dei controlli svolti dalle diverse autorità competenti vengono pubblicati con cadenza annuale – spiega Giuseppe Ruocco, direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute – e sono pubblicati sul sito internet del dicastero». Secondo il report 2016 i residui chimici negli alimenti di origine animale e nel miele sono pari allo 0,12%; appena 49 prodotti contaminati su oltre 41mila campioni analizzati. Stiamo parlando di tracce di antibiotici e di altri farmaci veterinari contro i quali, tra parentesi, è rivolta la campagna Coop Alleviamo la salute (di cui parliamo a pagina 22).

Dati alla mano
Più di 1.000, invece, sono le tonnellate di prodotti falsi sequestrati dai Carabinieri (800 tonnellate) e dalla Guardia di Finanza (215 tonnellate) a segnalare che il problema dell’agropirateria resta molto vivo e attuale. Questi sono i dati di maggior rilievo tra i tanti contenuti nel rapporto. Nel 2016 il totale dei controlli ammonta ad oltre 160mila, di cui più di 1.500 sul web (vedi box accanto), per un valore complessivo di oltre 36 milioni di euro di sequestri nell’agroalimentare italiano e più di 6mila sanzioni. È il risultato del lavoro dell’Ispettorato centrale repressione frodi, dei Nuclei Antifrodi Carabinieri/Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nas), del Corpo forestale dello Stato e delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera. «Circa 1/4 dei controlli che svolgiamo come Ispettorato centrale – riassume il dirigente Antonio Iaderosa – danno esiti di irregolarità, con indici particolarmente elevati nel comparto dei concimi». Se entriamo più nello specifico, per i cibi e le bevande importati dall’estero la rete italiana si affida ai Posti di ispezione di frontiera, mentre gli Uffici di sanità marittima si occupano di prodotti vegetali e dei materiali a contatto con gli alimenti. Altri controlli (20mila) su cibi e bevande, con annesse analisi di laboratorio, sono di competenza dell’Agenzia delle dogane, che nel 2016 ha provveduto a sequestrare oltre 60 tonnellate e 264 litri tra carne, latte e latticini non conformi alle normative.

Opportune verifiche
L’attività di verifica di impianti produttivi, attrezzature e mezzi di trasporto spet-ta alle Asl, attraverso i servizi di Igiene degli alimenti e Veterinari. Da 257mila verifiche sono emerse lo scorso anno più di 54mila infrazioni, ma i campioni fuori legge sono solo 931 (meno dello 0,25% del totale) su 40mila inviati in laboratorio tra alimenti, bevande e materiali.
Nella ragnatela delle verifiche ci sono anche i Lea (Livelli essenziali di assistenza), applicati sulle regioni attraverso una serie di indicatori alimentari e veterinari. Su 21 regioni italiane 19 hanno passato più o meno brillantemente l’esame; bocciate dal ministero solo Sicilia e Sardegna. Una pagella che tiene conto delle risposte date a problemi quali la ricerca di residui di fitofarmaci e contaminanti negli alimenti di origine animale, o l’eradicazione della brucellosi nei bovini e negli ovini.
Molto c’è ancora da fare, dunque, perché l’asticella delle minacce si alza sempre, ma l’attenzione alla sicurezza alimentare è ormai un marchio di fabbrica per il nostro paese. Tra le questioni ancora aperte c’è la creazione di una vera e propria banca dati digitale del prodotto alimentare italiano, che per ora esiste solo per le filiere del vino e dell’olio. Questo sì un vero punto di svolta.

Affare contraffatto
Le frodi corrono sul web
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Seduti davanti a un computer, gli esperti dall’Ispettorato centrale repressione frodi ci guardano le spalle e garantiscono la tutela dei prodotti italiani sul web. Quando si accorgono che qualcosa non va, con un account attivano il protocollo. «Entro 72 ore, ma ne bastano quasi sempre molto meno – precisa Antonio Iaderosa, dirigente dell’Ispettorato – Amazon, eBay e AliBaba sono tenuti a far sparire dai loro portali prodotti fake come il Parmigiano Reggiano “vegano” o il Pecorino sardo fatto in Belgio o i wine kit per la falsificazione dei vini. Prodotti che usurpano il meglio del made in Italy e rappresentano serie minacce per la sicurezza alimentare sull’onda del crescente successo dell’e-commerce ». Gli accordi per oscurarli da internet o per trasformarli in prodotti di altra natura, con un nome appropriato alle loro reali caratteristiche, sono appunto una prerogativa dell’Icqrf. «Siamo l’unico paese al mondo ad averli – sottolinea il ministro delle Politiche agricole e forestali Maurizio Martina –. E più in generale sul fronte della lotta alla contraffazione e al falso made in Italy abbiamo un sistema di controlli riconosciuto tra i migliori al mondo».
Lo dicono i numeri: negli ultimi 3 anni l’Icqrf ha operato 1.562 interventi sul web e all’estero. Solo nel 2016, ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni del nome che hanno riguardato 971 casi di irregolarità on line: 202 i prodotti millantati su eBay, 148 quelli su Amazon e 33 su AliBaba, più altri 72 prodotti agroalimentari messi in vendita su altri service provider. 516, inoltre, i prodotti vitivinicoli commercializzati sul web e in locali pubblici, cui si aggiungono 108 interventi riguardanti paesi extra europei. «La cosa interessante – fa notare Iaderosa – è che interveniamo sulla base della difesa della proprietà intellettuale, in quanto i marchi a denominazione di origine, di proprietà dei consorzi di tutela, sono riconosciuti a livello nazionale ed europeo ». E la caccia ai tarocchi sul web continua.

 

Vero o falso?
Il “pacchetto igiene” funziona, ma nuove insidie avanzano nel piatto. Ne parliamo con Giuseppe Ruocco, direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute. 

Quale lettura si può dare dei risultati del report 2016 del Piano nazionale integrato?
«In questi 10 anni di attività i principi generali delle norme del cosiddetto “pacchetto igiene” sono entrate a far parte del bagaglio culturale di tutte le autorità competenti, centrali e locali, assicurando quindi un approccio coordinato alla sicurezza alimentare, una più efficiente programmazione ed esecuzione dei controlli ufficiali, un’ottimizzazione delle attività di verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati».
Quali tendenze emergono dal confronto con i dati degli ultimi anni?
«Nel 2016 non sono emerse variazioni sostanziali per la frequenza delle “non conformità” riscontrate e la tipologia dell’agente responsabile della contaminazione. Anche nei casi individuati come più critici – presenza di contaminanti microbiologici, di allergeni non dichiarati, di contaminanti chimici nel settore ittico, di micotossine in alimenti vegetali – il sistema del controllo ufficiale ha gestito i casi di “non conformità” attraverso indagini supplementari, azioni di verifica, ritiro di prodotti dal mercato»
Sull’agropirateria e i falsi prodotti commercializzati sul web c’è un crescente allarme. Quali fenomeni vengono avanti?
«Se è vero che alcune filiere sono tradizionalmente più esposte, olio d’oliva e vino su tutti, negli ultimi anni sono state rilevate alcuni problemi in settori di recente interesse per i consumatori quali, ad esempio, gli integratori alimentari venduti on line. Le non conformità più frequenti riguardano la presenza di principi attivi ad azione farmacologica e la presenza di novel food. Inoltre tra i fenomeni fraudolenti si riscontra l’utilizzo di sostanze non consentite per preservare e migliorare le caratteristiche organolettiche dei prodotti. Un fenomeno che può innesca re indiretti meccanismi di formazione di sostanze potenzialmente tossiche con perdita dei requisiti di sicurezza degli alimenti».
Un messaggio rassicurante ai consumatori.
«Il Ministero ha ben presenti i problemi legati a situazioni critiche in materia di sicurezza alimentare e li gestisce ogni giorno attraverso il sistema di allerta comunitario, il coordinamento con le autorità competenti regionali e con i Carabinieri Nas. Per i singoli prodotti sono responsabili i produttori, ma possiamo garantire un sistema di controlli capillare, rispondente a logiche sanitarie a tutela del consumatore e in grado di reagire tempestivamente alle situazioni critiche, come il recente caso Fipronil ha dimostrato».

Effetto sicuro
Dal riconoscimento europeo palm free a tecnologie all’avanguardia. Così in Coop è cresciuto il sistema dei controlli.

«I controlli sui prodotti e la tracciabilità sono una delle tre gambe – afferma Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – su cui poggia l’agroalimentare italiano». Le altre due sono costituite dalla rete delle piccole medie aziende e dalla straordinaria biodiversità del cibo italiano «che va mantenuta e rafforzata», aggiunge. Complessivamente su quasi 500 fornitori a marchio Coop, che tali diventano se rispettano elevati standard di sicurezza, sono stati indirizzati nel 2016 qualcosa come 1.734 audit (cioè verifiche di conformità) ed effettuate 2.775.903 determinazioni analitiche, comprese quelle firmate dal laboratorio di Coop Italia che da oltre 20 anni garantisce la sorveglianza del sistema Coop con attività consolidate e con altre dedicate ai rischi emergenti in campo alimentare. Nel solo 2016 il laboratorio di Casalecchio di Reno si è reso artefice di 4.114 determinazioni analitiche su 1.874 campioni. Sempre al bilancio dello scorso anno vanno ascritte le analisi di autenticità realizzate grazie a Heracles II. Il gascromatografo di seconda generazione ribattezzato “naso elettronico evoluto”, acquistato nel 2013 e allenato ad “annusare” le sostanze volatili registrandone l’impronta, è entrato in azione su un totale di 437 campioni d’olio extravergine e 232 di miele.
Un altro strumento all’avanguardia è il nuovo sequenziatore Ngs che, assieme alle tecniche Digital Pcr di ultima generazione, fotografa dallo scorso anno il Dna degli alimenti con un approccio un-target, cioè segnalando anomalie di un prodotto senza necessariamente conoscere l’elemento “estraneo” da ricercare. Coop inoltre a novembre 2016 è diventata la prima catena della Grande Distribuzione palm free nel cibo a marchio in Europa: sono oltre 200, ad oggi, i prodotti Coop che non contengono olio di palma, tra cui biscotti, gelati, merendine e omogeneizzati. Ma i controlli periodici riguardano anche i fornitori di prodotti non a marchio attraverso il Progetto Qualità, che coinvolge fornitori sia nazionali che locali. 183 audit lo scorso anno e 20.027 determinazioni analitiche sui prodotti alimentari e non solo. 


Lo strumento di Next generation sequencing in dotazione a Coop Italia. Il suo nome, Ion Torrent, indica la tecnologia di sequenziamento del dna di ultima generazione.