Terre dell’Etruria. La Tosca

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18 Febbraio 2021
Mix di tradizione e innovazione, interamente toscana, certificata senza glifosato: è lei la pasta la Tosca di Terre dell’Etruria.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di gennaio 2021

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Poter “entrare”, grazie alla tecnologia, nel campo da cui proviene il grano con cui è stata prodotta la pasta che stiamo mangiando oppure scoprire in quali terreni sono stati piantati i semi e quali varietà di questi sono state utilizzate. Dalla realtà virtuale alla realtà concreta de La Tosca, la pasta di semola fatta in Toscana con grano duro toscano, 100% senza glifosato, trasparente e sostenibile. Il progetto vede come capofila la società cooperativa agricola Terre dell’Etruria che affonda le sue radici nella cooperativa Produttori Donoratico creata nel 1950.

Le filiere della storia
Oggi Terre dell’Etruria conta circa 3.500 aziende agricole associate, è presente in 4 province (Pisa, Livorno, Grosseto e Siena) e gestisce 6 filiere: ortofrutta, olio, cereali, vino, mezzi tecnici e assistenza tecnica. «Oltre al consolidamento della nostra presenza nei territori e all’innovazione nei centri aziendali per fornire servizi sempre migliori ai soci, il nostro obiettivo è quello di creare nuove filiere produttive di valore e sostenibili», spiega il presidente di Terre dell’Etruria Massimo Carlotti. E proprio filiera è la parola chiave che ricorre in questa storia. «La vera filiera è la cooperativa, il rapporto sociale con gli agricoltori – evidenzia Carlotti –. Noi proviamo ogni giorno ad arricchirla con contenuti innovativi, sviluppando progetti che guardano alla sostenibilità e che consentono di valorizzare al massimo il prodotto conferito dal socio produttore, anche riguardo al prezzo che viene riconosciuto ». Ne è un esempio l’idea che fa capo a Legacoop Toscana e che vede Terre dell’Etruria come capofila: una pasta di filiera interamente toscana, prodotta con grano duro toscano selezionato e coltivato senza uso di glifosato.

Tracciabilità di sé
Una filiera certificata composta da agricoltori toscani per dare vita a un prodotto che racchiude valori etici, ambientali ed economici. «Da subito abbiamo voluto essere trasparenti al massimo, andando oltre la normale tracciabilità», sottolinea Carlotti. La filiera della pasta La Tosca è sottoposta a un rigido disciplinare firmato dai produttori soci della cooperativa. Questo prevede che in tutto il processo di coltivazione del grano, dalla preparazione del campo alla raccolta, non possa essere usato il glifosato. Il contratto di filiera è stato sottoscritto anche dal molino che trasforma il grano in semola e dal pastificio, tutti sotto il controllo rigido dell’ente di certificazione e con procedure certificate che determinano modalità operative e gestione del prodotto. Inoltre si è partiti da una garanzia di prezzo del grano duro che viene riconosciuto al socio, aspetto importante che rende la filiera sostenibile anche economicamente.

 

Letta e mangiata
La Tosca si “racconta” grazie al QR Code.

Grazie al QR Code presente sulla confezione, leggibile con lo smartphone, ogni pacco di pasta La Tosca “racconta” la sua storia. Inserendo il numero di lotto è possibile scoprire, attraverso mappe georeferenziate, da dove proviene la pasta e ottenere una serie informazioni che ne delineano l’identità come la superficie coltivata, la varietà di grano e l’ultima data di conferimento. È una pasta essiccata lentamente a basse temperature per mantenere inalterate le proprietà nutritive del grano e trafilata al bronzo per esaltare gusto e qualità nel rispetto della tradizione. Da quest’anno La Tosca avrà un nuovo imballo sostenibile: una scatola di cartone completamente riciclabile, con una veste grafica rinnovata. La filiera avrà la certificazione di prodotto e quella di rintracciabilità di filiera in base alla norma UNI EN ISO 22005.