Buona educazione

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26 Giugno 2017
Concetti e prodotti finanziari questi sconosciuti... È arrivato il momento di impararli per il bene nostro e della società.
di Pompeo Della Posta

È stata introdotta da poco una legge che incoraggia l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, che già la Banca d’Italia, la Consob, la Commissione per la Vigilanza sui Fondi Pensione, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio e il Museo del Risparmio di Torino avevano cominciato a promuovere da diversi anni. Con educazione finanziaria si intende il miglioramento della comprensione dei concetti e dei prodotti finanziari (almeno di quelli più elementari) così da essere capaci di individuare e ridurre i rischi a cui si va incontro nel compiere scelte in quest’ambito. È anche necessario essere consapevoli degli obiettivi che ci poniamo, dei tempi che ci diamo per raggiungerli e del profilo di rischio che ci caratterizza (che dipende anche dalla nostra disponibilità di reddito – ciò che si guadagna mese per mese – o di capitale – ciò che abbiamo accumulato nel tempo). In Italia, in effetti, c’è particolarmente bisogno di questo tipo di formazione, visto che siamo agli ultimi posti fra i cittadini dei paesi sviluppati per quanto riguarda la conoscenza di strumenti e concetti di natura finanziaria. È evidente poi che il beneficio di una maggiore alfabetizzazione finanziaria ricada anche sulla società nel suo complesso, grazie alla maggiore stabilità economica che da ciò può derivare. Non si può pensare, tuttavia, che l’educazione finanziaria ci permetta di comprendere tutti gli strumenti di questo mercato né tutti i rischi che si celano dietro ad essi. È per questo che, sebbene una maggiore educazione finanziaria sia necessaria, non si può pensare ad essa come a un sostituto della regolamentazione e del controllo che devono continuare a essere affidati a istituzioni di vigilanza credibili e inflessibili.